di Daniele Poto
Delega fiscale e riordino non sono in contrasto// –– Una solida alleanza tra società civile e politica. Lobby? Si ma quella buona e non buonista. E’ questo l’impegno preciso e la determinata direzione di lavoro maturata al termine dell’incontro tra i rappresentanti di Mettiamoci in Gioco e i componenti del Gruppo Interparlamentare contro il gioco d’azzardo (per la sua limitazione e contenimento) svoltosi alla Camera. Un quaderno di appunti a breve per il futuro tallonando i provvedimenti legislativi più immediati ovvero la messa regime della delega fiscale in tempi relativamente brevi senza rinunciare (cassata l’ipotesi di stralcio) alla ancora più sostanziosa legge di riordino del settore (molto vicina a una legge quadro) che ha come prima firmataria l’on Binetti, riunendo nel proprio seno otto diverse ipotesi legislative formulate da diversi esponenti del Parlamento. Nel gruppo Interparlamentare militano trasversalmente tutti i partiti rappresentati con l’unica significativa eccezione di Forza Italia. Anche ieri si è avuta la conferma dell’impegno maggioritario di Pd e Movimento Cinque Stelle.
Uno dei nodi da rimuovere è la ricerca di dialogo tra la Commissione Affari Sociali e quella del Bilancio. La prima osserva il dilagare del Gap, la malattia patologica; la seconda ha precipuamente a cuore i conti dello Stato peraltro assai pencolanti dato che nel primo semestre del 2014 si fa i conti con una forbice di perdite d’azzardo, rispetto all’anno precedente del 10-15%. Cresce al contrario l’illegalità e la speculazione mafiosa. I concessionari su piazza (oggi 123) non hanno difficoltà a riconoscere che a fronte di 4.000 negozi legali se ne configurano 5.000 illegali senza contare il sommerso mafioso con un record in Puglia (800 contro 1.100). Lo Stato schizofrenico ha creato un monstrum d’azzardo che non riesce più a controllare e che non è più altamente redditizio vista l’ottimo dialogo stabilito tra il comparto legale e quello illegale. Il carattere d’urgenza del provvedimento visto il carattere emergenziale della situazione potrebbe essere la quadra capace di regalare un’improvvisa accelerazione ai percorsi legislativi, superando le attuali perplessità del sottosegretario con delega ai Giochi Legnini, alle prese con una materiale impervia e con un disciplinare complicato oltre che con le priorità del Governo. Se non per amore per forza.
L’analisi istituzionale del Governo dovrebbe confrontarsi con il carattere di bolla speculativa del fenomeno. Il mancato e tempestivo riordino potrebbe essere il prologo della fine e dunque anche la progressiva evaporazione degli 8 miliardi oggi garantiti dal settore a fronte di una filiera che ne movimenta 85. Il fondato sospetto è che oggi lo Stato abbia creato una macchina patologica che non riesce più a controllare e che si fa scrupolo ad amministrare.