“La Rai va riformata. Restare fermi non si può. L’Usigrai lo dice da mesi. E lo abbiamo ribadito nell’incontro di oggi con il Direttore generale. Ma abbiamo denunciato un metodo inaccettabile fondato sugli annunci. Non accettiamo pacchetti chiusi: il progetto aziendale non può essere un prendere o lasciare. La riforma deve nascere dal confronto, dalla condivisione con le redazioni, con chi il prodotto lo realizza quotidianamente”. Lo afferma in una nota l’Esecutivo nazionale Usigrai.
“Non si può discutere di un progetto se non si parte dal prodotto. Quale informazione deve fare il Servizio Pubblico? Quali devono essere le missioni editoriali?
Abbiamo denunciato anche le contraddizioni dell’azienda. Perchè non ha ancora deciso sul ricorso contro il taglio di 150 milioni? Perchè continua a cercare giornalisti esterni per le proprie trasmissioni? Perché accetta demansionamenti e sottoutilizzazioni nelle redazioni? Perché non introduce la responsabilità civile dei dirigenti? L’azienda deve cambiare passo. Trasparenza e meritocrazia sono condizioni indispensabili a qualunque riforma seria.
L’Usigrai valuterà l’esito del confronto che sarà avviato a settembre con l’azienda su prodotto e missioni editoriali.
Anche la politica deve fare la propria parte: liberare la Rai dal controllo dei partiti e dei governi è urgente se si vuole costruire il futuro del Servizio Pubblico”.