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Robin Hood tax, associazioni in piazza: “l’Italia sia leader in Europa”

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La campagna ZeroZeroCinque e le oltre 50 organizzazioni aderenti chiedono al premier Renzi e al ministro Padoan che l’Italia si impegni per raggiungere un accordo per l’adozione di una tassa sulle transazione finanziarie. Stamattina un flash mob a Roma

ROMA – Alla vigilia del primo Ecofin del semestre di presidenza italiana, oltre 50 organizzazioni della società civile italiana aderenti alla Campagna ZeroZeroCinque, http://www.zerozerocinque.it/, assieme a molte altre realtà afferenti alle RobinHoodTax Campaigns di tutta Europa, hanno chiesto al premier Renzi e al ministro Padoan un impegno dell’Italia volto a raggiungere un accordo per l’adozione di un’efficace tassa sulle transazioni finanziarie (TTF), detta anche RobinHoodTax.
Non solo: nella lettera al premier Renzi e al ministro Padoan la Campagna ZeroZeroCinque e le altre RobinHoodTax campaigns chiedono all’Italia e agli altri stati europei di assumere l’impegno politico di destinare i proventi della TTF per la lotta alla povertà e per il contrasto ai cambiamenti climatici in Europa e nei Paesi in via di sviluppo maggiormente colpiti dalla crisi.

Un flash mob particolare. La campagna ZeroZeroCinque ha scelto un modo originale per far pervenire la richiesta: stamani infatti in piazza Montecitorio a Roma, è stato realizzato un flash mob che ha messo in scena un allenamento del “capitano” Padoan alla presenza del suo coach Robin Hood e di una rappresentanza degli oltre 780 mila “tifosi” del RobinHoodTax Team: i cittadini di tutto il mondo che hanno sottoscritto un appello in favore della TTF europea.” L’Italia – ricorda la campagna ZeroZeroCinque – è infatti oggi alla guida di una squadra composta da altri 10 paesi europei che hanno già espresso la loro volontà di definire una versione condivisa della TTF”. Secondo le associazioni che aderiscono alla campagna, questa tassa, che va concepita in modo da colpire gli abusi della finanza, “può essere in grado di recuperare risorse da investire in Europa e nel  mondo per la lotta alla povertà e ai cambiamenti climatici, e rappresentare un importante passo in avanti per garantire ai Paesi europei che la adotteranno un ruolo da campione nella lotta alla speculazione e alla povertà”.

“Nella partita che si giocherà sul campo delle riforme economico-finanziarie nei prossimi sei mesi, l’Italia e la squadra degli 11 Paesi europei pro Robin Hood Tax può davvero raggiungere un traguardo di portata storica per una maggiore giustizia sociale e fiscale – afferma Andrea Baranes, tra i promotori della Campagna presenti oggi in piazza Montecitorio -. E’ però necessario che la TTF sia concepita in modo da avere un reale impatto sulla speculazione finanziaria. Per questo chiediamo che la tassa si applichi alle azioni e già dalla sua prima fase a un ampio spettro di strumenti derivati, con principi di tassazione che garantiscano un solido assetto anti-evasione.
Inoltre è importante che sin dall’inizio venga prevista l’estensione graduale dell’imposta a tutte le classi di strumenti finanziari, tramite una road map chiara e legalmente vincolante”, conclude Baranes.

“La TTF non è l’ennesima tassa che va a gravare sulle tasche dei cittadini o piccoli risparmiatori – aggiunge Leonardo Becchetti, portavoce della Campagna ZeroZeroCinque -, ma un’imposta che rende svantaggiose pratiche altamente speculative sui mercati, e quindi colpisce le operazioni ad alta frequenza sconnesse dall’economia reale e con ricadute sociali negative. La finanza ha potenzialità enormi e può fare di più, molto di più. Deve essere al servizio dell’economia reale e non autoreferenziale. Un euro può finire nella slot machine del trading ad alta frequenza o alimentare fondi di garanzia per investimenti di microfinanza o a piccole e medie imprese moltiplicando la creazione di valore economico e finanziando programmi per la sostenibilità ambientale e la lotta alla povertà qui in Italia e nel mondo. L’inversione di tendenza inizia dalla tassa sulle transazioni finanziarie. Il fine dei mercati finanziari non è aumentare all’infinito la loro velocità ma il servizio all’economia reale”.

Da redattoresociale.it


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