Dario ha sedici anni ed e’ in ospedale a Parigi in coma. Ha la testa fracassata e lesioni in tuto il corpo. Lo hanno trovato cosi’ su un carrello da supermercato in mezzo alla strada nel quartiere di Pierrefitte sur Seine, periferia nord di Parigi. Dario e’ un rom con molti piccoli precedenti per furto. Cosi’ quando un gruppo di abitanti della “citta’ dei poeti” (pomposo nome per una schiera di palazzi dormitorio ) ha deciso di farsi giustizia da se’ per reagire a una serie di furti in casa, il nome di Dario e’ stato quello saltato fuori per primo fra i possibili colpevoli. Ma non e’ stata una reazione a caldo. Sono arrivati in dodici, la sera, hanno prelevato il ragazzo, lo hanno portato in una cantina e qui lo hanno massacrato di botte lasciandolo poi esanime in un carrello come monito per tutti gli altri. Un raid cosi’ violento e metodico da sollevare un vespaio politico. “Atto abominevole e ingiustificabile che attenta ai principi della nostra societa'” tuona il presidente Hollande. Ma il fronte nazionale non resta in silenzio. Il vicepresidente Allliot condanna un gesto che tuttavia rivela, sottolinea, la sensazione di tanti francesi di essere indifesi di fronte al crimine.
L’episodio di Pierrefitte sur Seine rappresenta un salto di qualità rispetto ad altri episodi analoghi. Un gruppo di cittadini non si e’ limitato a una spedizione punitiva ma lo ha fatto con una organizzazione metodica conclusa con una gogna simbolica. Non a caso il ministro degli interni francese Cazeneuve si e’ affrettato maldestramente a precisare che il monopolio della forza spetta allo stato, come se ci fosse bisogno di affermarlo pubblicamente di fronte a una incapacita ‘manifesta di garantire sicurezza a tutti i cittadini in un frangente come questo. Certo anche in Francia la febbre dei mondiale fara’ dimenticare in fretta anche la storia di Dario. Ma una soglia e’ stata varcata e chissa’ se altri francesi esasperati non vogliano imitare presto i giustizieri di Pierrefitte.
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