Migranti invisibili nei media inglesi. Questo il risultato della ricerca condotta dall’associazione Migrant Voice, che per tre mesi (da gennaio ad aprile) ha monitorato otto grandi gruppi editoriali britannici: BBC, ITV, Sky, Times, Guardian, Daily Mail, Sun, Evening Standard.
Tenendo d’occhio i siti web di queste testate, Migrant Voice ha potuto contare ben 577 articoli sul tema dell’immigrazione, ma di questi solo il 12% dà voce ai diretti interessati: i migranti. A dare più spazio alle questioni legate a migranti, richiedenti asilo, rifugiati e vittime della tratta è stato l’Evening Standard, con 99 pezzi, seguito da The Guardian (94) e dal Daily Mail (89).
Al Times va il record negativo per lo scarso numero di articoli in cui ha inserito il punta di vista dei migranti in maniera diretta: solo nel 6% dei pezzi questi sono stati coinvolti. Valore che sale fino al 17% per ITV e Sky e che, come risultato migliore, dimostra quanto i British media siano ancora lontani dal concedere uno spazio sufficiente alle opinioni dei migranti, continuando a preferire interventi e citazioni di politici, accademici ed esperti.
«Sarebbe impensabile per un media scrivere di temi che riguardano cittadini con disabilità, donne o gay senza intervistare le persone coinvolte» scrive Nazek Ramadan, direttore di Migrant Voice, invitando i giornalisti ad assicurarsi che lo stesso avvenga quando si parla di immigrazione. Per dare seguito ai risultati della ricerca, infatti, l’organizzazione ha avviato una campagna, “Meet a Migrant”, chiedendo alle testate nazionali di aderire. L’iniziativa ha come obiettivo quello di aiutare i giornalisti «ad andare oltre la bolla di Westminister e parlare con i migranti, quelli reali, delle loro vite», come afferma Ramadan.
I risultati dello studio a questo link.
Un’iniziativa che ricorda il contest giornalistico ideato da Unar e Arci che Carta di Roma presenterà il 18 maggio. In collaborazione con il Servizio centrale Sprar la sfida è quella di superare il dibattito politico e la cronaca per raccontare le storie d’integrazione dei rifugiati. Dell’iniziativa abbiamo parlato qui.