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La biblioteca italiana che vuole sradicare l’analfabetismo in Ghana

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Sarà intitolata a Kwame Nkrumah, presidente dell’indipendenza e leader africano più apprezzato perfino di Mandela. Ecosostenibile, è progettata dall’architetto Mario Cucinella. Nel paese l’87% non ha accesso a internet e ogni libro è condiviso da tre studenti

Pochi sanno che Kwame Nkrumah, primo presidente del Ghana indipendente e primo leader dell’Africa nera a far ottenere al suo paese la decolonizzazione, è nell’aera subsahariana del continente nero il leader più conosciuto e apprezzato del XX secolo, più ancora di Nelson Mandela. Ancora in meno sanno che nel 1965 aveva inaugurato la diga di Akosombo, che tuttora recupera dal lago Volta metà dell’energia del Ghana, e che aveva affidato questa importantissima opera – in un Paese dove il 30% della popolazione non ha ancora accesso all’elettricità – a un’azienda italiana, Impregilo.
Proprio come adesso, quasi 50 anni dopo, sta facendo la figlia Samia, recentemente a Milano per ricevere il premio dell’International Gran Prix Advertising Strategy in quanto leader del Convention People’s Party, con il quale si sta candidando alle elezioni presidenziali del 2016. Seguendo le orme del padre, Samia Nkrumah è una personalità di spicco della politica africana, e a prescindere dal risultato elettorale ha già incaricato l’architetto italiano Mario Cucinella del progetto di una grande biblioteca ad Accra, che sarà intestata proprio a Kwame Nkrumah. “Sradicare l’analfabetismo, non gli alberi”: questo lo slogan, nelle parole dell’architetto emiliano, che sintetizzano il senso della Presidential Library, edificio ecosostenibile di sei piani in cui – in un paese dove l’83% non ha accesso a Internet, l’86% non dispone di servizi igienici e in cui un libro è condiviso da almeno 3 studenti – migliaia di ragazzi possano trovare accesso alla cultura e alla rete.
“E soprattutto trovare le condizioni ideali per leggere e studiare – spiega ancora Cucinella – visto che in Ghana il 70% delle scuole non è servito da energia elettrica e il 10% non dispone neanche di acqua potabile”. La prima sarà generata sfruttando la luce del sole con pannelli fotovoltaici installati sul tetto, la seconda raccogliendo l’acqua piovana, mentre appunto nessun albero sarà sradicato per costruire la biblioteca. “Sfrutteremo quelli sommersi nel lago Volta, cresciuto nei decenni a causa dei cambiamenti climatici: da quelle acque affiora legno per un valore di 1-2 miliardi di dollari”. Una risorsa incredibile, laddove una delle maggiori piaghe del Ghana, che mette a rischio anche la sua crescita economica, è proprio il disboscamento delle foreste: secondo i dati della Banca Mondiale e del Wwf, se il disboscamento dovesse continuare con questo ritmo (tra i 65mila e i 128mila ettari l’anno) le foreste di Accra e dintorni spariranno entro 20 anni.
Neanche il tempo di formare una nuova generazione laddove, nonostante il gap culturale, la crescita economica è stabilmente sopra il 7% da diversi anni e, nonostante l’allarme ecologico, i livelli di emissioni di CO2 sono ancora relativamente bassi rispetto ad altri paesi del continente africano. Il sogno di Samia, 54enne sposata con un italiano e che ha presentato il progetto, insieme all’architetto Cucinella, al MAXXI di Roma, è invece solo all’inizio: “Ho già fondato il Kwame Nkrumah Pan-African Centre ad Accra, per preservare e promuovere le idee di mio padre. Uno dei nostri progetti è riprodurre i suoi libri, l’altro è appunto realizzare una biblioteca a lui intitolata. Vorrei che la biblioteca diventasse una fonte di energia intellettuale e pratica per la libertà socio-economica dell’Africa”.
Energia intellettuale, concetto condiviso anche dall’autore del progetto: “L’educazione e l’energia sono due ingredienti fondamentali nel suo progetto per la ripresa del paese, così come lo sono state per suo padre Kwame Nkrumah”. Il leader tanto amato in Africa quanto discusso in Europa, forse proprio per la sua battaglia contro il colonialismo, vedrà probabilmente da lassù realizzarsi il sogno della figlia proprio grazie alla riconoscenza dei Paesi “amici”. “Il progetto è a buon punto e dovrebbe partire a prescindere dal risultato elettorale di Samia – garantisce Cucinella -. Al momento non abbiamo quantificato dei costi, ma l’idea è di sfruttare le risorse locali, senza impatto sull’ambiente e coinvolgendo imprese e lavoratori del posto. In ogni caso, dovrebbe esserci il contributo dei paesi del Congresso Panafricano, che devono molto all’opera dell’ex presidente ghanese”. Il cui sogno, in fondo, era proprio quello dell’Africa Unita. (Giuseppe Baselice)

Da redattoresociale.it

 


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