BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Corrotti a livello internazionale

0 0

L’origine dell’arresto dell’ex senatore Claudio  Scajola,   già ministro della Repubblica, è stato determinato da fondi neri della Lega Nord di Matteo Salvini . I rapporti tra l’ex ministro e la moglie del più giovane Matacena, la modella Chiara Rizzo  (arrestata insieme con la madre Raffaella De Carolis) hanno avuto un ruolo nella cattura dell’ex parlamentare di Forza Italia che aveva conquistato la popolarità mediatica e molte reazioni ironiche  quando, interrogato  alcuni anni fa(2003)da molti giornalisti,  aveva candidamente  risposto dicendo che non sapeva chi avesse pagato la sua abitazione di fronte al Colosseo. Le indagini avevano poi accertato con facilità che la lussuosa abitazione dell’ex ministro era stata acquistata  dall’imprenditore  Anemone al centro di successive indagini per un’Associazione  segreta P3 che aveva raccolto, per così dire, il dubbio vessillo della più nota loggia  P2 fondata e gestita dall’ assai più noto  massone, Licio Gelli.

L’azione di protezione dell’imprenditore ed ex parlamentare Matacena  (il padre, è il caso di ricordare, era molto noto in loco, visto che   era stato il fondatore e gestore, per lunghissimo tempo, del traghetto Messina-Reggio Calabria, che tutti diretti  con i treni in Sicilia  incontravano durante il loro viaggio)   era stata condotta da  Scaiola,  rifugiato a Beirut dove ha potuto- fino ad oggi- approfittare del fatto che da quel paese non esiste trattato reciproco di estradizione e, dunque, è più difficile- se non quasi impossibile- essere ricondotti nel proprio paese, qualunque  sia il reato addebitato dalla magistratura.  Ora proprio l’arresto tardivo- per così dire, di Claudio Scajola ha favorito in qualche modo la scoperta da parte della DIA di Reggio Calabria di un’associazione massonica internazionale che ha ai suoi vertici un personaggio noto a livello internazionale come il presidente del Libano e vicepresidente del Libano, Gemayel, capo dei Falangisti libanesi, oltre che vicepresidente del Partito Popolare Europeo. Inoltre-riferiscono le cronache giornalistiche-è stato tra i primi a visitare la tomba del senatore Giulio Andreotti al cimitero romano del Verano.  Con  Matacena ,condannato in maniera definitiva a cinque anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa,   sono stati arrestati l’ex sottosegretario democristiano Emo Danesi ,a suo tempo segretario del ministro Bisaglia  e due figli di Amintore Fanfani.

Matacena , a quanto si sa, e ‘ in fuga dal giugno 2013 ed è stato fermato a Dubai nell’agosto scorso, dopo essersi in un primo rifugiato alle isole Seychelles. Il procuratore della repubblica di Reggio,   Federico Cafiero De Raho, ha dichiarato che “Amedeo   Matacena godeva e gode di una rete di complicità a vari livelli grazie alla quale è riuscito finora a sottrarsi alla cattura.”   Peraltro Matacena è stato, nei processi in corso, uno strenuo difensore del capo supremo Berlusconi e dello stesso Dell’Utri visto che nel processo ultimo del cofondatore di Forza Italia lo ha fortemente difeso nei confronti dell’altro imputato Rapi sarda. Il quadro, insomma, a modo suo si sta ricomponendo adeguatamente. Non a caso numerose perquisizioni della Dia sono in corso in Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna ,Lazio,Calabria e Sicilia e si stanno effettuando sequestri di società commerciali  italiane collegate a società estere per un valore di circa 50 milioni di euro. Siamo di fronte a una vicenda che ha dimensioni non piccole e che coinvolge personaggi che hanno avuto ruoli rilevanti in alcuni governi e in alcuni momenti della vita pubblica italiana. Non c’è da stupirsi perciò che i commenti da parte di diversi esponenti di partiti impegnati nelle elezioni europee e non vicini alla compagine populista di Silvio Berlusconi siano duri e salati. Del resto lo stesso imprenditore di Arcore è stato costretto a rispondere a domande televisive di fronte alle quali si è limitato ad esprimere il proprio dolore per l’arresto di Scaiola che, tuttavia, come si ricorderà, non aveva voluto candidare nelle elezioni europee.  Preveggenza quest’ultima, lotta tra vecchia e nuova guardia? (Si è parlato di  liti telefoniche recentissime tra l’ex ministro Scaiola e Giovanni Toti)


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21