Interrogazione urgente ex art. 151 Al Ministro della Giustizia,
Premesso che
Michele Ferrulli, 51 anni, è deceduto a Milano la sera del 30 giugno 2011 dopo essere stato bloccato a terra e ammanettato da quattro poliziotti;
Presso la Corte d’Assise di Milano si sta celebrando il processo per la morte di Michele Ferrulli in cui sono imputati quattro appartenenti alla Polizia di Stato, Questura di Milano;
Tale fase dell’arresto è stata videoripresa da una testimone di etnia rom che ha messo a disposizione della famiglia di Ferrulli e della Procura della Repubblica di Milano le immagini del video;
Gli agenti sono imputati di omicidio preterintenzionale per aver percosso ripetutamente Ferrulli anche quando era immobilizzato a terra e invocava aiuto, causandone la morte, nonché di falso in atto pubblico per avere riportato circostanze false nella relazione di servizio;
Durante l’udienza del 1° aprile 2014 è stato sentito come testimone l’assistente capo Vittorio Sola, istruttore presso la scuola per Controllo del Territorio POLGAI di Pescara, in merito alle tecniche insegnate nei corsi di formazione per la Polizia di Stato, con specifico riferimento alla fase dell’ammanettamento con ventre a terra e alle modalità concrete di esecuzione di tale manovra, anche su soggetto eventualmente resistente;
L’assistente capo Sola, sollecitato dai legali della famiglia parte civile, che gli chiedevano se fossero previste delle “percussioni” (questo è il termine tecnico che definisce alcuni atti tendenti al controllo della persona che si opponga al provvedimento di polizia) sul soggetto nell’esecuzione della manovra di ammanettamento a terra, rispondeva che esse sono attualmente previste e insegnate nell’ambito delle attività di addestramento della Polizia al fine di indurre il soggetto ad eseguire il movimento auspicato per l’ammanettamento, e che si tratta di una prassi introdotta nella formazione nazionale della Polizia e recepita nei corsi di aggiornamento;
Il medesimo docente ha affermato più volte che in virtù di tale nuova “prassi” devono intendersi superate le disposizioni di cui al PDS Police Self Defence, da egli riconosciuto come strumento didattico nella formazione nazionale della polizia per quanto riguarda i metodi di difesa e bloccaggio: il PSD – come riportato nello stesso documento – consiste in un “Metodo basato sulla difesa studiato esclusivamente per la Polizia di Stato”;
L’assistente capo Sola ha specificato che il superamento di tale riferimento normativo nazionale conseguirebbe alla circostanza che ad oggi, rispetto a qualche anno fa, gli agenti di Polizia devono fronteggiare persone fisicamente più grandi e impegnative da bloccare, come alcuni stranieri o ex militari;
l’inserimento di tale nuova prassi contemplerebbe peraltro un maggiore impatto fisico sulla persona del fermato, ed un uso della forza superiore rispetto alle direttive riconosciute come vigenti all’epoca della morte di Federico Aldrovandi e recepite dalla sentenza di primo grado, oggi passata in giudicato, a carico dei quattro agenti ivi imputati, in virtù della testimonianza di colleghi della stessa scuola POLGAI, nella specie l’ispettore Luciano Capodicasa. Infatti in virtù della deposizione di tale appartenente alla Polizia di Stato in ordine alle tecniche di ammanettamento, la sentenza del Tribunale di Ferrara si era pronunciata nei seguenti termini a pag. 544, capitolo ottavo: “la persona deve essere immobilizzata ma non deve essere colpita od offesa, tanto meno devono essere prodotte lesioni strumentali all’immobilizzazione. L’idea di ferire, colpire, ledere come passaggio necessario all’immobilizzazione è non solo rifiutata nei protocolli operativi imposti agli operatori di polizia ma non è neppure necessaria o inevitabile neppure in situazioni eccezionali”;
Il PSD è costituto da un video elaborato dal Ministero dell’Interno, Dipartimento della Sicurezza, Direzione Centrale per gli istituti di istruzione, con la supervisione, partecipazione e regia del 1° dirigente Dott. Giuseppe Locantore; L’assistente capo Sola ha riferito che il PDS non è stato ad oggi né sostituito né ufficialmente aggiornato.
Si chiede
Se risponde al vero l’ufficialità dell’adozione della nuova “prassi” di percussione nel corso delle manovre di ammanettamento con ventre a terra;
se conferma che la stessa, non presente nel PSD, sia specificamente prevista per la formazione nazionale e venga insegnata nei corsi di formazione;
in quale documento essa sia stata recepita e ufficializzata; da quando essa sia insegnata e proposta nei corsi di formazione e aggiornamento.
Sen. Luigi Manconi