NEW DELHI – La Corte suprema indiana ha accolto il ricorso dei due marò, Latorre e Girone, contro l’utilizzo della polizia antiterrorismo, Nia, nel loro caso. La Nia può agire solo in base a leggi speciali, come quella per la repressione della pirateria, ma il governo indiano aveva rinunciato a questa legge per incriminare i due italiani.
In sostanza la Corte suprema ha fermato il processo ai due militari. Per l’Italia, che era già riuscita a sventare la possibilità di utilizzare il Sua Act (la legge anti-terrorismo che prevede anche la pena di morte), si tratta di una indubbia vittoria: il riconoscimento cioè da parte della magistratura indiana della tesi che la Nia può occuparsi solo di casi di terrorismo. L’Italia comunque punta a un’azione internazionale concertata e più ampia: ha detto chiaramente che non riconosce la giurisdizione indiana sul caso e che quindi rifiuterà il processo e non presenterà i due militari in tribunale. Giovedì il premier Matteo Renzi -che, ha assicurato l’inviato speciale del governo Staffan De Mistura, continua a sollevare il caso in tutti i suoi incontri internazionali- ha posto la questione sul tavolo anche nel colloquio con il presidente Usa, Barack Obama. La prossima udienza è prevista tra quattro settimane.
Da dazebao.it