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Cosa accadrebbe se vincesse Assad/2

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Ecco la seconda parte del saggio di Mustafa Khalifa su cosa accadrebbe se in Siria vincesse Assad.Lo scenario interno e internazionale.

di Mustafa Khalifa

Ecco la seconda parte del saggio di Mustafa Khalifa su cosa accadrebbe se in Siria vincesse Assad. La sua analisi, dopo aver esposto il piano militare, tocca qui le scelte che il regime opererebbe nei confronti dei curdi, dei leader tribali, dell’attuale borghesia. Per concludere con le prospetiva internazionali.(tratto dal sito Siria Libera)

1 – I curdi:

Dopo quasi cinquant’anni di esclusione, marginalizzazione, oppressione e disprezzo nei confronti dei curdi di Siria, il regime in questi ultimi tempi si è improvvisamente convertito per cercare di seprarli dalle proteste. Questo corteggiamento si è esplicitato con il varo del decreto presidenziale che ha concesso a decine di migliaia di curdi siriani la cittadinanza (sempre negata) e nell’attenzione con cui ha evitato spargimenti di sangue in occasione delle manifestazioni dei curdi, per scongiurare reazioni più rabbiose. Assad ha voluto neutralizzarli ed evitare che si unissero ala protesta. Inoltre il regime punta ad avere buoni rapporti con i curdi iracheni convinto che avere buone relazioni con i curdi gli dia una confortevole profondità strategica ad ogni livello.
Dopo la vittoria questo corteggiamento cesserà, ci sarà un’inversione di 180 gradi e Assad tornerà ad essere il peggior nemico dei curdi. Non soltanto perchè i curdi hanno umiliato il regime, costringendolo a fare concessioni, ma soprattutto perchè gli verrà imposto dall’Iran. Nella visione iraniana i curdi non esistono, e questo al momento opportuno peserà anche nelle relazioni tra curdi e iracheni.

2 – I leader tribali arabi:

Il regime è stato costretto a corrompere alcuni leader tribali in cambio della promessa di esercitare pressioni sui loro clan affinchè non aderissero al movimento di protesta. Per ottenere questo il regime si è anche impegnato a restituirgli alcune forme di autorità che gli aveva tolto nel tempo, visto che per il regime nella società non deve esistere altra autorità che la sua. Dunque dopo la vittoria il regime si scaglierà contro di loro, si vorrà far restituire anche i soldi, ma soprattutto vorrà umiliarli pubblicamente. C’è un precedente che farà scuola: quello di un leader tribale che non promise sufficiente fedeltà e perciò venne arrestato. Durante la detenzione gli rasarono un baffo, il simbolo del potere e dell’onore, e lo mostrarono così, con un baffo solo, in pubblico.

3 – Gli “Shabbiha” di Aleppo:

Nella città di Aleppo risiedono alcune migliaia di Shabbiha. Per alcuni sarebbero 25mila. A differenze degli altri, quelli di Aleppo sono tutti sunniti e trafficano in droga, armi e prostituzione. Saranno colpiti con fermezza perchè sono cresciuti troppo.

4 – La borghesia siriana:

La borghesia siriana, cristiana e sunnita, sarà un’altra vittima del regime dopo la vittoria. Non solo perchè ha preteso concessioni, ma soprattutto perchè il regime dovrà cercare il totale controllo dei meccanismi decisionali economici, il che per loro vuol dire consegnare tutto il settore privato agli alawiti. Ecco perchè tutto il settore, nel commercio come nell’industria, sarà consegnato a alawiti legati ad Assad per via clanica. Si tratta di migliaia di persona che hanno accumulato negli anni, con la malversazione e la corruzione, enormi fortune. Così i proprietari di industrie e dei grandi commerci metropolitani finiranno sotto pressione: assasinii, arresti, tassazione insopportabile, procedure amministrativi imposssibi, tutto sarà messo in campo.

L’attuale borghesia sarà o costretta a vendere o a fare bancarotta, o ad essere arrestata, o nel migliore degli scenari, ad emigrare. E così si arriverà anche all’altro obietivo : cambiare la composizione sociale della Siria.
Nella prima fase si dovrà ridurre la popolazione sunnita, che oggi costituisce la larga maggioranza. La fuga dei sunniti è già oggi a livelli apicali. La seconda fase vedrà la diffusione forzata dello sciismo tra i sunniti. La campagna di « sciizzazione », che in piccolo è stata tentata in passato, questa volta sarà violenta, con l’obiettivo di arrivare in porto in massimo dieci anni. L’asse politico tra Iran, Iraq, Siria e Libano dovrà portare ad una sciizzazione della Siria, per far passare l’alleanza con l’Iran da coordinamento segreto a intesa politica e militare completa. Questa alleanza avrà così una massa centrale in una dimensione internazionale che si estenderà dall’Afghanistan al Mediterraneo. Questa « Mezzaluna Sciita » avrà una dimensione internazionale che andrà dalla quella demografica, 150 milioni di persone, a quella petrolifera, 6milioni di barli al giorno, a quella militare, un milione di soldati. Questa alleanza sarà capace di capovolgere il tavolo dell’equazione politica mediorientale odierna, sarà una fonte di tensione costante con i paesi vicini e il mondo, capace di appiccare ovunque incendi che il mondo poi dovrà chiedergli di spegnare pagandogli un carissimo prezzo.

Geograficamente questa Alleanza ricorda una mezzaluna, e la stella a cui guarda è la Penisola Araba, la Giordania e la Palestina. Cercherà di far sentire tutto il suo peso su quella stella, che produce 20 milioni di petrolio al giorno. E’ strano che il mondo, che impedì a Saddam di impssessarsi del Kuwait, sia così delicato con il disegno iraniano, che ha lo stesso obiettivo.

Ecco perchè in caso di vitoria di Assad si aggraverà il conflitto nello Yemen, a mezzo di attentati di al Qaida o di altri jihadisti, che sono notoriamente sotto il controllo di Iran e Siria. Tutti i paesi del Golfo saranno posti sotto pressione. La Giordania sarà presa per il collo: se si avvicinerà all’Alleanza la pressione sarà allentata, altrimenti la stretta sarà soffocante.

In Palestina, se vincerà Assad, Hamas dominerà la scena e Fatah sarà polverizzata come tutte le altri componenti dell’OLP. I palestinesi saranno governati con il pugno di ferro e la questione palestinese diventerà una carta di scambio nella partita tra Iran e Israele.

In Libano infine. Qui si parla di un’Alleanza a quatro, includendovi il Libano, perchè in Libano comanda Hezbollah, anche se oggi non controlla tuto il paese, ma potrebbe farlo senza problemi. Basterà creare una struttura di coordinamento tra Hezbollah, siriani e iraniani ad Anjar (vicino al confine tra Libano e Siria) per diffondere il terrore e arrestare o eliminare chiunque si opponga all’Alleanza. In questo caso i sunniti libanesi farebbero la stessa fine dei suniti siriani. E visto che l’obiettivo di Hezbollah è creare un emirato islamico per i crisitani sarà ancora peggio, visto che Hezbollah non avrà più bisogno della loro copertura. Non ci saranno azioni militari contro di loro, per non irritare gli europei, ma saranno costretti a lasciare il Libano, con gli stessi mezzi usati in Siria contro l’atuale borghesia.

A quel punto l’Alleanza punterebbe a un dominio del terrore diviso con l’unico altro soggetto rimasto, Israele.

Da ilmondodiannibale.it


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