di Anna Foti
Un uomo semplice e determinato, abituato nella vita e volgere il suo sguardo al prossimo e non considerare alcuno come un ultimo. Abituato nelle sue battute di pesca a pensare alla sua barca, al suo equipaggio, alla condivisione dei pesci pescati. Un uomo capace di progettare e poi di realizzare. Per gli altri. Qualità di uomo, peculiarità di un pescatore che ad un tratto si candida per amministrare un territorio ed occuparsi di migliaia di cittadini, con la stessa concretezza, la stessa libertà di agire, lo stesso slancio dell’animo. Questo ha contraddistinto l’operato della vita di Angelo Vassallo fino a quando ignoti non lo hanno ucciso, nel settembre del 2010, con nove colpi di pistola, strappandolo brutalmente alla sua ‘missione’ di sindaco di Pollica, in provincia di Salerno, dove era al terzo mandato di Primo cittadino eletto quasi all’unanimità. Una testimonianza implacabilmente dolorosa ma anche traboccante di speranza e di luce. Un epilogo spietato il cui racconto si impone.
Ecco perché Dario Vassallo, fratello di Dario, decide di imprimere sulla carta la storia di Angelo, sindaco di Pollica. Una storia quella di Angelo che ha travalicato i confini nazionale grazie all’attività dell’omonima fondazione che il prossimo 15 maggio sarà a Bruxelles. Anche il parlamento Europeo vuole capire come un uomo solo sia riuscito a fare tanto per un territorio sfidando la camorra, la burocrazia, le resistenze e le ostilità di chi, a quella rivoluzione del ‘bello’ e del ‘bene comune’, ha opposto il sangue e la violenza. La rivoluzione che risiede nella creazione del bello, nella creazione di un circuito virtuoso che crea ricchezza e sviluppo per un territorio.
Lo spirito di Angelo Vassallo riecheggia nelle pagine del volume “Il Sindaco pescatore. Storia di Angelo Vassallo, un eroe del sud” curato e scritto da Dario Vassallo e presentato presso il palazzo della Provincia di Reggio Calabria, nell’ambito dell’incontro promosso da Sinistra Ecologia Libertà, che a Reggio ha intitolato un Circolo SEL ad Angelo Vassallo, e dal Circolo Velico “Magna Grecia Wind Club’’. L’incontro è stato moderato da Katia Colica, giornalista e scrittrice. Sono intervenuti Dario Vassallo, autore del volume, Paola Bottero, giornalista e scrittrice, Gianni Speranza, sindaco di Lamezia Terme, Giancarla Pisani, della Fondazione Angelo Vassallo e giornalista e Laura Cirella, coordinatrice provinciale di SEL.
Palare di Angelo significa parlare di un uomo che ha vissuto per gli altri, sempre, anche prima della sua esperienza amministrativa nella quale ha trasposto tutta la sua passione per la vita e per la natura. E’ Dario, con grande passione, ma non senza un dolore inevitabile ed inconsolabile, a raccontare dei depuratori, del porto, del turismo, del lavoro, della strade, delle isole ecologiche e di quelle pedonali, della trasformazione di un territorio che gettava in mare i rifiuti e che oggi pratica la raccolta differenziata, di un territorio che ancora oggi porta avanti la progettualità di ampio respiro e lungo periodo che aveva pensato e avviato Angelo Vassallo. Un esempio di buona amministrazione che l’Italia intera, ma non soltanto, non deve disperdere e deve invece patrimonializzare come monito di una politica autentica, per il bene comune, possibile in ogni angolo del mondo quando a farla sono uomini liberi ed onesti. ‘Un modello di sviluppo a costo zero, ama definirlo il fratello Dario, in cui si crea ricchezza e la si distribuisce. La forma autentica di Socialismo reale scandito da fatti concreti’. Un meccanismo non autoreferenziale, che incarna il servizio al bene comune cui dovrebbe essere sottesa la politica, troppo spesso ridotta ad una pratica feudale basata su clientelismi, favori invece che su impegni che il cittadino non ascolta soltanto, ma riscontra. Così Dario Vassallo racconta il contributo del fratello alla riscoperta della Politica, nel senso eletto del termine.
‘La politica come l’ha fatta Angelo è una missione’, sottolinea il fratello Dario, ‘e come tale comporta delle rinunce anche alla famiglia ed alla vita privata, dei sacrifici. Comporta quel sudore che scende dalla fronte e che è l’esito di un moto interiore verso un progetto grande e comune’. Un modello di politica in cui la gente ha bisogno di tornare a credere.
Dario Vassallo si sofferma anche su una famiglia che vive raccolta nel ricordo di un uomo, un padre, un marito, una famiglia che attende verità ed intanto, nel convivere con una ferita inguaribile, non parla di Angelo ma lo ricorda. Così’anche la mamma Giuseppina di 85 anni, sopravvissuta al figlio, che della vita ha trasmesso un esempio evidentemente straordinario. Dopo l’assassinio, ancora nessuna verità ma tanta solidarietà dalla gente comune cui Angelo indirizzata la sua autentica azione amministrativa.
Quei nove colpi di pistola non hanno ucciso quello spirito pulito che amava il mare, gli animali e che interpretava saggiamente il rispetto dell’ambiente come unico ed imprescindibile viatico per una comunità sana in cui la qualità della vita fosse all’altezza del valore uomo. Un delitto quello di Angelo Vassallo, la cui matrice va ricercata lontano e nel profondo perché la rivoluzione del bello e del pulito destabilizzava e minacciava molti e non solo a Pollica. Gli inquirenti indagano ed in molti a Pollica vogliono giustizia e verità per Angelo e per tutto ciò che lui ha rappresentato e rappresenta. Qualcuno forse vuole vendetta ma la vendetta non è dei giusti ed Angelo era un uomo libero e quindi era un uomo giusto.