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Renzi, stile vecchia DC. Larghe intese e per sempre

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di Alessandro Cardulli

ROMA – Il cronista si trova in difficoltà a commentare la riunione della Direzione del Pd. Si tratta di una riunione” storica” e “unica “nel senso che, in nessun paese democratico al mondo  crediamo sia mai avvenuto che un partito siluri il capo di un governo   che è un esponente dello steso partito  di cui è stato anche vicesegretario. Ebbene la prima cosa che balza agli occhi sono i tempi della discussione.

Ci domandiamo:è mai possibile che una operazione di questa portata venga liquidata in tre orette di discussione e la presidenza della assemblea batte il tempo, cinque , sei minuti non più. La velocità va bene ma forse sarebbe stato interessante discutere in modo un po’ più approfondito,  discutere un programma innovativo, i fondamentali di una nuova politica. Ma di tutto questo non  c’è traccia a partire dalla relazione del segretario che ha una unica preoccupazione. Il Pd deve assumere piena responsabilità di governo. E per far questo la migliore garanzia è che il segretario, cioè lo stesso Renzi, prenda il posto di Letta . Indica le linee di un programma?No.

 

 

 Prima linciano Letta poi lo elogiano

Addirittura afferma che le proposte avanzate da Enrico Letta,raccolte nel programma “ Impegno Italia” , presentate ieri  in conferenza stampa indirizzate alle forze politiche della attuale maggioranza, sono un contributo importante per  tutto il  Pd. Non solo, nel solco della migliore tradizione democristiana, Renzi e i renziani non lesinano elogi al lavoro svolto da Letta.  Si sprecano gli aggettivi e i sostantivi. Al cronista tornano a mente i continui attacchi  contro Letta, ricorda che il segretario del Pd, qualche giorno fa rivolto aveva chiesto  ad una platea che lo ascoltava se ricordavano qualcosa di quello che il governo aveva fatto. Precisava che lui non ricordava niente. E i “reenziani” andavano ancora più in là. Proprio ieri quando il presidente del Consiglio presentando il suo programma non indicava scadenze, visti i tempi necessari per approvare le riforme costituzionali, un “renziano” di ferro attaccava affermando che vuole mantenere il posto il più possibile.

Proposto un patto di legislatura fino al 2018

Oggi Renzi ha proposto addirittura un patto di legislatura, fino al 2018. Se ben ricordiamo quello che si definisce il “patto del Quirinale” parlava di un governo per affrontare  le emergenze. Solo i media avevano imposto la formula “larghe intese”. Ora se Alfano e gli altri si dicono d’accordo, è tutto nel loro interesse, non solo larghe intese, ma for ever, per sempre, finché  legislatura  arrivi al suo termine naturale.  Originale la formula politica che è stata trovata per disarcionare Letta. Non si tratta di una staffetta,  roba da vecchia   politica,  qui siamo al piano nobile, “ La stagione dei governi di servizio nel nome della responsabilità è finita. Il Paese oggi ci chiede coraggio:solo un governo politico e costituente può rispondere a questa urgenza”, Incredibile: i governi , sempre, dovrebbero essere al servizio del Paese, altrimenti che fanno, ma  Alessandra Moretti, che appare molto spesso in tv, non lo sa. Ci si mette anhe Matteo Orfini, giovane turco che parla di un “ governo pienamente politico”  Quasi che un governo sia una sorta di buontemponi he giocano a tre sette Davvero si pensa di  dare un volto nuovo, una speranza a milioni di persone, con un patto fra centrosinistra e centro destra, magari benedetto da Berlusconi?

La minoranza del Pd aveva chiesto di non votare il documento

Cuperlo, Fassina,la minoranza Pd, avevano chiesto di non votare il documento, di assumerne le linee generali, andando ad un approfondimento sul programma, avevano chiesto a Letta di  fare un passo indietro subito per evitare  il voto sul documento, avevano posto il problema del rapporto fra il partito, il governo,i gruppi parlamentari. Niente da fare. Letta ha annunciato che sarebbe andato al  Quirinale per dimettersi. Ma la maggioranza ha voluto il voto sul documento che caccia Letta. La minoranza ha fatto buon viso a cattiva sorte. Civati che aveva detto  di non far parte della schiera di coloro che osannavano l’ordine del giorno presentato dal segretario commentava: “ L’era Renzi comincia sotto una brutta stella”. Uno stellone, verrebbe da dire, quello democristiano, quando i leader si combattevano, a sangue poi l’un l’altro si sprofondavano in elogi.  Si riteneva che Letta, il governo, non fossero in grado di assicurare al Paese la necessaria politica economica e sociale ? Bene, si doveva aprire un dibattito nel partito a viso aperto.Invece no. Di politica il Pd non discute, il congresso è stato solo un primarificio.

 Il segretario al premier “ Stai sereno non voglio il tuo posto”

Il governo Letta, certo che ha fatto poco, non saremo noi a difenderlo. Anzi. Forse ha fatto  il possibile nella situazione data, rispecchia lo stato di questo partito, senza identità, senza cultura, incapace di  guardare  al futuro, di prospettare un  progetto di società . Quale è la proposta politica di questo Pd? Forse il job act? “ Stai sereno, non voglio il tuo posto” aveva detto Renzi a Letta solo qualche giorno fa. E Franceschini a Letta aveva assicurato: ti devi fidare E Letta aveva detto “ mi fido”. Così facevano anche i vari Forlani, De Mita,per non parlare dei Fanfani e degli Andreotti. Le lancette dell’orologio tornano indietro. I corsi e i ricorsi  storici.  Senza dignità. Senza neppure il rispetto dovuto alle persone.

Da dazebao.it


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