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Nigeria, ambulatori chiusi e medici in fuga per gli attacchi di Boko Haram

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La precarietà generata dalle scorrerie del gruppo terroristico sta gettando nel caos i servizi sanitari nello stato nordorientale del Borno. Ai medici si sostituiscono non professionisti, i malati che possono si recano in Camerun

In esclusiva da News from Africa
NAIROBI – La precarietà causata dai frequenti assalti da parte dei militanti di Boko Haram (gruppo estremista islamico attivo nel nordest della Nigeria) ostacola il lavoro dei servizi sanitari nel Borno, stato nordorientale della Nigeria. Molti medici e operatori sanitari sono stati costretti a chiudere le cliniche e a precipitarsi fuori dal paese. Di conseguenza centinaia di residenti o muoiono di malattie curabili o cercano assistenza medica nel limitrofo Camerun.

Modou Faltaye, un’autorità della città di Wulgo, al confine col Camerun, dice che gli operatori sanitari sono scappati perché temevano attacchi o rapimenti dai militanti. Per questo un gran numero di servizi sanitari sono ora gestiti da non professionisti all’interno delle comunità, che hanno scarse conoscenze del trattamento delle malattie. Ciò porta anche a frequenti epidemie, che altrimenti verrebbero evitate.
“Tutti gli operatori sanitari sono fuggiti per paura di essere attaccati o rapiti da Boko Haram, lasciando cliniche e centri di cura vuoti, con nessuno che bada ai malati”, aggiunge Faltaye.

Boko Haram ha compiuto numerose scorrerie, assumendo il controllo di vaste aree del Borno e costringendo i locali a fuggire a sud. Non sono bastate le continue operazioni militari a tenere a debita distanza i militanti: continuano a prendere d’assalto gli ospedali, tenendo in ostaggio dottori e infermieri e uccidendo altre persone. Anche le farmacie hanno chiuso i battenti, provocando scarsità di medicinali nella zona. In alcuni casi i prezzi delle cure sono triplicati. “La nostra gente si sposta anche fino a Kusiri, a 100 km di distanza in Camerun, per procurarsi le cure mediche, perché tutti gli stabilimenti sanitari hanno chiuso nel corso dell’ultimo anno”, afferma ancora Modou Faltaye.

Date le circostanze, alcuni abitanti dei villaggi usano gli asini per far oltrepassare ai loro concittadini malati il confine con il Camerun; altri viaggiano coi tricicli fino al confine, dove le autorità impediscono loro il passaggio; quindi fanno ricorso a motociclette-taxi per trasportare i malati all’ospedale. Spesso alcuni pazienti muoiono durante il tragitto prima di raggiungere la struttura. Gli studi indicano che come conseguenza della chiusura delle cliniche aumenterà la mortalità di madri e bambini. Molti bambini non possono fare le necessarie vaccinazioni, perciò mettono a rischio la propria vita. Neanche quelli che vivono nella capitale Maiduguri, dove i pazienti affollano gli ospedali per le cure, sono stati risparmiati dalle scorrerie.

Da redattoresociale.it


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