Salvatore Minieri, condannato in primo grado in sede penale per la stessa vicenda, secondo il giudice civile ha fatto il suo dovere di giornalista correttamente
Un giornalista può ricorrere anche all’ironia in un articolo che affianca la critica alla cronaca – che deve essere comunque corretta sia sotto il profilo della continenza dell’espressione sia della verità dei fatti esposti, i quali inoltre devono essere di pubblico interesse – tanto più se lo scopo è quello di “perseguire la trasparenza e correttezza dell’azione amministrativa sottoponendo al vaglio della collettività il fatto storico in sé”. Lo scrive Maria Rosaria Pupo, giudice civile del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, assolvendo (il 15/12/2013) il giornalista Salvatore Minieri e l’ex direzione del giornale La Nuova Gazzetta di Caserta dall’accusa di diffamazione e quindi dall’obbligo di risarcire il querelante, Giorgio Magliocca, ex sindaco di Pignataro Maggiore (Caserta).
Magliocca si riteneva danneggiato da un articolo di Minieri pubblicato il 16 giugno 2006 (Alla Del Vecchio un incarico faraonico il titolo). Nel pezzo il giornalista, anche attraverso una prosa vivace e ironica, criticava alcune decisioni dell’allora sindaco, che aveva indirizzato (il conferimento vero e proprio era stata successivamente opera del commissario prefettizio Paolino Maddaloni, come ha spiegato il cronista) incarichi giudicati molto generosi ad un giovane avvocato, Angela Del Vecchio. L’ex sindaco aveva chiesto un risarcimento di 26 mila euro.
Il giudice però ha ritenuto il lavoro di Minieri corretto, aggiungendo inoltre che raccontare all’opinione pubblica azioni e comportamenti di rappresentanti della pubblica amministrazione, anche ricostruendo i rapporti personali che entrano in gioco nelle decisioni prese nell’esercizio delle loro funzioni “costituisce un valido deterrente per gli amministratori pubblici dal compiere atti illeciti eccedendo nel potere loro conferito dalla legge”.
“Non credevo che il giudice si esprimesse, come ha fatto, nel merito della vicenda”, commenta soddisfatto ad Ossigeno Minieri. “La querela è stata un tentativo violento di chiudere la bocca a un giornalista che, come confermato dalla magistratura, ha detto la verità. Sarebbe un gesto corretto, ora, se Magliocca si scusasse con me”, aggiunge.
La decisione del giudice civile è stata ben diversa da quella del suo collega della sezione penale del Tribunale di Salerno (sezione staccata di Mercato San Severino) che nel marzo 2013, per la stessa vicenda, ha condannato Minieri a sei mesi (pena sospesa), dopo la querela per diffamazione a mezzo stampa presentata da Angela Del Vecchio.
“Dal punto di vista penale è ormai sopraggiunta la prescrizione”, spiega Minieri, “ma faremo comunque opposizione, viste le motivazioni del giudice in sede civile”.
MF – OSSIGENO