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Grillo, media nel mirino: “Sono il cancro”

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Beppe Grillo torna ad attaccare pesantemente i nostri media: “L’informazione italiana è un cancro”, dice alla conferenza stampa di oggi, giovedì 23 gennaio, alla stampa estera per illustrare le posizioni del Movimento 5 stelle sull’Europa, la situazione politica italiana e la riforma elettorale frutto dell’accordo tra Renzi e Berlusconi. “Abbiamo certamente fatto degli errori di comunicazione, ma oggi il cancro vero in questo paese – ribadisce – è l’informazione. Se ci fosse una Bbc… e invece abbiamo la Rai”.  E’ l’ennesimo affondo contro i giornali e le televisioni italiani. E contro i giornalisti che ci lavorano, dipinti a seconda delle convenienze come “dilettanti che prendono 10 euro a pezzo e quindi non possono avere la schiena diritta”, o come professionisti “asserviti al potere”.

La campagna contro i giornalisti italiani.
Accuse che seguono le recenti offensive contro alcune testate come l’Unità, Repubblica, la Nazione (“non comprateli”) e la contestatissima rubrica “il giornalista del giorno” inaugurata un paio di mesi fa nel blog dell’ex comico.  In quella rubrica vengono indicati i giornalisti che secondo Grillo sono ostili al movimento: da Maria Giovanna Oppo de l’Unità, che è stata la prima vittima, a Pierluigi Battista del Corriere, da Massimo Gramellini della Stampa a Francesco Merlo di Repubblica. Tutti quanti esposti agli insulti e qualche volta anche alle minacce degli squadristi del web.
Iniziative contro le quali si è più volte levata la protesta dell’Ordine dei giornalisti e della Federazione della stampa, a cui però non sono seguite iniziative concrete.

Ma con la stampa straniera è rottura.
Ma ora anche la luna di miele con i media stranieri sembra finita. La conferenza stampa di oggi sancisce la prima rottura tra Grillo e la stampa estera, da sempre presa come esempio dal leader del Movimento 5 stelle rispetto al “cancro” rappresentato dai giornali e dai giornalisti italiani. I giornalisti stranieri gli rivolgono domande scomode e Grillo comincia a innervosirsi. Gli chiedono se intende coalizzarsi con i partiti populisti europei e lui dice, tra il serio e il faceto: “Attenti con le parole, populista è un’offesa. In Europa noi per adesso andiamo da soli, poi vedremo se c’è qualche gruppo tedesco o finlandese che condivide il nostro programma”.
E ad altre domande sul tema, sbotta: “Mi avete dipinto sui vostri giornali tedeschi e francesi come un razzista, un nazista. Ma se in Italia non ci sono albe dorate è solo grazie a noi. Ci dovrebbero ringraziare perché ci siamo noi e abbiamo fatto da tampone”.

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