Carissimo Paolo,
sono passati cinque mesi da quando non sappiamo più nulla di te. Cinque mesi sono tanti, anche per gli “standard” dei sequestratori in Siria.
Le voci su di te sono sempre tante, ma molti dicono che per prudenza bisogna trattenersi dallo scriverne. Io invece rivendico il dovere di parlare di te, del tuo libro (bellissimo, illuminante, purtroppo non ho avuto il tempo di dirtelo, mi è arrivato a luglio. ) e di un piccolo dettaglio, conosciutissimo ma mai evidenziato (strano.): ti ha espulso il regime di Assad e ti ha sequestrato l’esercito qaedista dell’ISIS (noi usiamo questa sigla per indicare l’Esercito dell’Iraq e del Levante). al-Qaida e Assad, come non pensare a chiamarli “la strana coppia”. Non si combattono mai, uno subentra dove l’altro esce, usano gli stessi mezzi, hanno gli stessi nemici. Forse non parlare del tuo pensiero serve a non parlare di questo?
I giorni in cui gli iraniani ordinarono ad al Maliki di scarcerare tanti qaedisti siriani accorsi in Iraq nel 2003 e rimandarli in patria ad aiutare il traballante Bashar tu lo ricordi bene, svelando “la procura” che c’era dietro, nelle parole conclusive del tuo libro: “È possibile che chi sogna una Siria luogo della sconfitta definitiva dell’islamismo politico sunnita renda possibile la vittoria del regime di Asad. In fondo sarebbe lui il vendicatore delle umiliazioni irachene e afgane. Proprio perché, privo di quegli scrupoli morali e di quelle pastoie giornalistiche e di opinione che hanno rovinato l’Occidente, sarebbe radicalmente in grado di operare quella soluzione finale tanto inconfessabile quanto auspicata dai suoi indiretti alleati”.
Il piano di sterminio dei sunniti, proprio come avevi previsto, è andato avanti, arrivando alle porte del tuo convento. E’ lì, nel tuo Qalamoun, che la ferocia assadita ha raggiunto nuovi apici omessi, oscurati dal racconto ufficiale, tanto che anche nella zona del tuo monastero sono stati ritrovati corpi sventrati, o carbonizzati. I tuoi confratelli della comunità che hai fondato hanno scritto una stupenda lettera per questo Natale, nella quale si legge: ” Frà Jacques dedica tutto il suo tempo a Qaryatayn per accogliere le famiglie dei rifugiati che son venuti al monastero di Mar Elian (un altro monastero della Comunità, ndr) cercando aiuto e protezione. Il numero dei rifugiati che sono arrivati al monastero dalla città stessa di Qaryatayn nei mesi scorsi supera i cinquemila, con una maggioranza musulmana (donne, bambini ma anche anziani/e adulti/e). Dormivano come gli Scout, dappertutto, in chiesa, nelle sale e perfino sui tetti con il freddo. Ringraziamo il Signore che la loro fuga è stata in primavera e non in inverno.”
Poi l’inverno è arrivato, gelido. Ma i siriani non hanno mollato, e S.E. Bashar al Assad ha capito che per resistere non gli restava che ricorrere alla scelta più semplice, naturale: lo sterminio. Provo a immaginare te, che un anno fa volevi andare a pregare sulle rive dell’Oronte, dove complici pasdaran e Hezbollah era stato avviata la pulizia etnica con metodi e mezzi insopportabili, davanti ai barili ripieni di detriti ed esplosivi lanciati dagli elicotteri di S.E. Bashar al Assad sulla popolazione inerme, stremata, alla disperata ricerca di qualcosa da mangiare. Si calcola che questi barili negli ultimi giorni, prima di questo Natale, abbiano ucciso 129 bambini.
E a questo superficiale sommario va aggiunta la diplomazia: per via del sequestro non hai visto le ultime, vili piroette della diplomazia “occidentale”, tentata addirittura dalla riabilitazione di Bashar al-Assad, a mezzo di una conferenza, detta di Ginevra.
Lui si illude, ovviamente non ha la minima idea di chi sia Solgenitzyn. Lo avesse letto saprebbe che “quando spogliate un uomo di tutto, non è più in vostro possesso, è nuovamente libero.” Per questo perderanno, Assad e il suo regime stragista, e qualcuno comincia a capirlo. Pensa che la sua suora portavoce, suor Fadia Lahham, al secolo Maryam Agnes de La Croix, ora anche coordinatrice in Siria dell’International Association of Chatolic Media Network, ha repentinamente cambiato idea e dopo parole usualmente velenose contro la rivoluzione detto che le suore di Maalula non sono state mai sequestrate dagli insorti, ma condotte in salvo in un luogo più sicuro e ringraziato l’Esercito Libero Siriano!
Capisci bene che quando Hezbollah perde in media 3 uomini al giorno in Siria, anche Nasrallah deve cominciare a fare i conti. E poi tra pochi giorni, a Dio piacendo, dovrà farli anche con il Tribunale Internazionale per il Libano, dove i suoi (lui non ancora purtroppo) dovranno rispondere dell’accusa di aver assassinato Rafiq Hariri. Il tempo passa, è vero, ma alle volte i nodi vengono al pettine…
Insomma Paolo carissimo, c’è una luce in questo Natale, c’è una luce anche lì dove molti invece che Cristo festeggiano Erode.
Solo il dottor Stranamore che guida Assad pensa di vincere questa guerra per la dignità con il varo delle nuove carte d’identità, digitali ovviamente, calcolando di celebrare elezioni presidenziali in un paese in cui, grazie alla distruzione dei catasti e delle anagrafi, sei milioni di profughi non potranno rivendicare quel documento e quindi il loro diritto di voto ( le centinaia di migliaia di morti non voteranno comunque).
E’ un orrore tremendo, carisismo Paolo, “unprecedented”, per usare il linguaggio dei documenti. E la sua conseguenza “logica è che il cumulo delle macerie siriane è arrivata a mettere insieme quello che era il 50% delle abitazioni, di quella Siria che tu hai definito “l’amore per il quale si lasciano i genitori”. Il tuo amore è ridotto così, ma solo lo 0,48% di chi è stato cacciato via dalla più feroce pulizia etnica intrapresa lungo le coste del Mediterraneo dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi è stato accolto qui, in Europa.
Caro, carissimo Paolo,
è un tale orrore che mi chiedo come una persona sensibile e “radicalmente evangelica” come te avrebbe potuto sopportare, nei giorni del Natale, la lettura di tanti giornali, l’ascolto di tanti che anziché Gesù sembrano festeggiare Erode.
Alle volte mi chiedo se non ti avrebbe fatto più male di quel che stai patendo. Perché dietro questo dato di fatto ce ne è anche un altro, tremendo: chi siamo? Chi siamo diventati?
Solo pormi questa domanda mi fa male, mi fa inorridire. E allora ti giuro che questo Natale, per me, è il TUO NATALE. Lo festeggerò con te, lo celebrerò accanto a te, nel nome dell’uomo, e del Mediterraneo, la realtà geopolitica che nessuno difende ma che resiste, con la sua sfida politica totale! “Che cos’è il Mediterraneo? Mille cose insieme. Non un paesaggio, mille paesaggi. Non un mare, ma un susseguirsi di mari. Non una civiltà, ma una serie di civiltà accatastate sulle altre. Viaggiare nel Mediterraneo significa incontrare il mondo romano in Libano, la preistoria in Sardegna, le città greche in Sicilia, la presenza araba in Spagna, l’Islam turco in Iugoslavia.” Braudel purtroppo è morto, ma i nemici del Mediterraneo, cioè i nemici del vivere insieme, non prevarranno. Anche grazie a te. E alla radicalità evangelica di questo tuo disperato e vittorioso Natale!
Io sono debole, lo sai: ma ti aspetto.