Il nubifragio che si è rovesciato in Sardegna è l’ennesimo segnale di mutamento del clima, un allarme che sempre più forte suona per svegliare gli indifferenti al degrado del pianeta. In fondo, pensano i pigri, le disgrazie capitano sempre agli altri. Lontano, nelle Filippine o in America, quindi noi possiamo stare tranquilli. Poi si apre il giornale e si legge di inondazioni anomale in Italia. Si accende la tv e i vecchi dicono che roba così non l’hanno mai vista.E così il cielo, opacizzato dalle emissioni, inizia a impazzire anche da noi. E sempre più spesso.
Ma le industrie non smettono di inquinare e se sono costrette a mettere a norma gli impianti, piuttosto minacciano la chiusura e licenziamenti di massa (vedi l’inchiesta di Report sull’ Ilva), ma quei soldi non li tirano fuori.
Allora molti industriali delocalizzano dove possono inquinare in pace. E’ il “dumping ambientale”, che porta i veleni nelle zone più povere e corrotte del pianeta. Ma l’atmosfera è una e comunicante. E quelle polveri lontane diventano presto guai vicini.
E la politica? Auspica, stigmatizza e organizza i soccorsi.
Ma non ha il coraggio di spiegare e realizzare i cambiamenti profondi che sarebbero necessari per tutelare l’ambiente.
E noi cittadini? Siamo abitudinari e tutto sommato, quella è proprio la politica che vogliamo. Siamo anche disposti a fare la telefonata da 1 euro per le Filippine, basta che non ci scocciano con la storia del cambiamento del clima..
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