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“Stand up for Journalism”, il 5 novembre in Fnsi presentazione del Rapporto Lsdi sulla professione giornalistica e di IrpiLeaks

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Una nuova stagione contrattuale, che includa pienamente il lavoro autonomo. Una radicale riforma dell’ Ordine, ispirata al principio che il giornalismo è un bene pubblico e che giornalista è chi lo fa in maniera professionale, anche se non esclusiva o prevalente. Sono le due indicazioni ‘’politiche’’ ispirate dall’ ultimo Rapporto di Lsdi sulla professione giornalistica in Italia che verrà presentato la mattina del 5 novembre prossimo a Roma, a partire dalle 10,30, nella sede della Federazione nazionale della stampa (Corso Vittorio Emanuele, 349), nell’ ambito della giornata ‘’Stand up for Journalism’’, promossa dalla Federazione europea dei giornalisti , e suddivisa in due parti.
Alla presentazione dello studio di Lsdi seguirà infatti un incontro sull’ impatto fortemente negativo che le pratiche di sorveglianza di massa denunciate col Datagate stanno avendo sul giornalismo d’ inchiesta a livello globale e sul lancio della WikiLeaks italiana,

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Al centro della prima parte il Rapporto di Lsdi – intitolato ‘’Il paese dei giornalisti’’ – da cui emergono in particolare quattro fasci di dati particolarmente rilevanti.

1) Nel 2000 quasi sette giornalisti attivi su 10 (il 65%) erano lavoratori dipendenti (in massima parte con contratti Fnsi-Fieg). Alla fine del 2012 il rapporto si era ridotto al 40%: oggi, sei giornalisti attivi su 10 fanno lavoro autonomo.
2) In tredici anni la popolazione giornalistica attiva in Italia – contrariamente a quanto avviene in altri paesi – è più che raddoppiata, passando da 21.373 a 47.227 giornalisti attivi (con posizione Inpgi).
3) Il reddito dei giornalisti autonomi è 5 volte inferiore rispetto alla media annua delle retribuzioni dei giornalisti contrattualizzati (che nel 2012 era pari a 62.459 euro). Quello dei Co.co.co è ancora più basso: sette volte minore.
4) In Italia (se si tiene conto del numero degli iscritti all’ Ordine) c’ è un giornalista ogni 526 abitanti, contro 1/1.778 in Francia e 1/5.333 negli Stati Uniti.

Di fronte a questi dati sorge il dubbio che l’ impianto complessivo del giornalismo italiano possa prima o poi implodere su se stesso, anche a breve termine. E questo sarà probabilmente il filo conduttore dell’ incontro.

La presentazione del Rapporto cade tra l’ altro in un momento particolarmente delicato, sia per la trattativa in corso fra Fnsi e Fieg per il rinnovo del contratto di lavoro giornalistico, sia per la questione della Riforma dell’ Ordine dei giornalisti, a cui è interamente dedicata la sessione del nuovo Consiglio nazionale che si apre il pomeriggio del 5 per concludersi alle ore 14 del 7 novembre.

All’ iniziativa, che si chiuderà alle 13, interverranno, fra gli altri:
Gianfranco Astori (vicepresidente Fondo di previdenza complementare),
Maurizio Bekar (Commissione lavoro autonomo della Fnsi)
Daniele Cerrato (presidente Casagit),
Enzo Iacopino (presidente Ordine dei giornalisti),
Pino Rea (coordinatore di Lsdi e curatore del Rapporto),
Paolo Serventi Longhi (vicepresidente Inpgi),
Franco Siddi (segretario generale Fnsi).

Il testo integrale del Rapporto verrà pubblicato la mattina del 5 novembre su www.lsdi.it .
Una copia del Rapporto su carta verrà diffusa nel corso della presentazione in Fnsi.

La seconda parte della mattinata sarà dedicata alle proteste scoppiate dopo la scoperta dei nuovi sistemi di sorveglianza di massa messi in atto da centri di intelligence come la NSA e alle difficoltà per il giornalismo investigativo.
Lsdi presenta Cecilia Ferrara, di IRPI (Investigative Reporting Project Italy), un Centro di giornalismo investigativo nato nel gennaio scorso, che, fra l’ altro, illustrerà IRPILEAKS, una Wikileaks italiana appena lanciata.
Concluderà l’ incontro Franco Siddi.


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