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Stop ai matrimoni forzati, no alle madri bambine

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Il Rapporto 2013 sullo Stato della popolazione del mondo: garantire la salute sessuale e riproduttiva delle giovani donne riguarda il futuro dell’umanità.

Di Virginia Lori

Le madri adolescenti sono 7.3 milioni l’anno: 2 milioni hanno meno di 15 anni. E se le tendenze attuali proseguiranno, il numero di nascite da ragazze sotto i 15 anni potrebbe salire a 3 milioni l’anno nel 2030.

Sono le cifre del Rapporto 2013 sullo Stato della popolazione nel mondo redatto dall’Unfpa (Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione) dal titolo eloquente “Madri bambine: affrontare il dramma delle gravidanze tra adolescenti”. È stato presentato oggi in contemporanea mondiale da AIDOS, Associazione italiana donne per lo sviluppo, che ne cura l’edizione italiana e che da circa 30 anni lavora su questi temi.

«Nella maggior parte dei paesi in via di sviluppo le bambine e le adolescenti occupano l’ultimo gradino della scala gerarchica familiare. Sono sfruttate per ogni sorta di lavori domestici o di attività generatrici di reddito, come ad esempio la tessitura. Spesso sono abusate sessualmente da membri della loro stessa famiglia, sono sottoposte a pratiche tradizionali quali le mutilazioni dei genitali femminili, e sono costrette a matrimoni precoci e forzati in cambio del cosiddetto “prezzo della sposa” o di negoziati economici o motivi di sangue tra famiglie – spiega Daniela Colombo, presidente di Aidos – Anche se sono molte le organizzazioni che si impegnano per l’infanzia, pochissimi programmi cercano di far fronte ai bisogni delle adolescenti e, soprattutto, di quelle più povere tra i 10 e i 14 anni. Queste bambine nascono e continuano a crescere “invisibili”, sotto il peso di responsabilità che le fanno diventare adulte troppo presto, cancellando i loro sogni e le loro aspirazioni» Ma il fenomeno non riguarda solo i paesi in via di sviluppo, anche nel nostro Occidente opulento i dati parlano chiaro: nei paesi maggiormente sviluppati, avvengono 680.000 nascite da madri adolescenti ogni anno. Quasi la metà di queste si verificano negli Stati Uniti.

Giulia Vallese, rappresentante dell’UNFPA in Nepal, riassumendo il contenuto del Rapporto, spiega l’impatto che le gravidanze precoci (e i matrimoni spesso forzati per le minorenni) hanno sulla salute, sull’istruzione, sulla produttività, ma soprattutto sulla vita delle giovani donne in tutto il mondo: «Ogni gravidanza adolescenziale comporta grandi rischi, mette in pericolo la salute. Ha delle conseguenze psicologiche, fisiche (fistola) e molto spesso costringe le giovani a lasciare la scuola. Una ragazza senza istruzione è una ragazza che non ha le competenze necessarie per trovare un lavoro, costruire un futuro per sé e per la sua famiglia e contribuire allo sviluppo del suo paese». Ciò che serve è infatti, e il rapporto lo sottolinea, un approccio ecologico che tenga conto della complessità e dell’interrelazione tra fenomeni. «Il lavoro sugli Obiettivi di sviluppo del millennio ha permesso di diffondere la comunicazione su questi temi ad un pubblico più ampio – ha sottolineato il Viceministro Lapo Pistelli – Ma non basta focalizzarsi su questi, bisogna comprendere che ogni obiettivo nutre gli altri, poiché la forza di una nuova politica post 2015 è lavorare ad un approccio olistico».

«La politica dello sviluppo deve essere vista come pratica di libertà – afferma Lia Quartapelle, deputata della Commissione Esteri – abbiamo due anni per lavorare ad un’agenda post 2015 e per lavorare ad azioni concrete che sostengano e siano di stimolo alle politiche dell’attuale governo, mettendo al centro dei nostri obiettivi la salute sessuale e riproduttiva».

da giuliagiornaliste.it


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