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Rai: arginare gli assalti, rimuovere i conflitti interessi, riformare la governance, sottrarre il controllo alla politica

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“Come in ogni fase bassa della politica, voci e poteri diversi, espressione di conflitti d’interessi ben chiari anche quando non esplicitati, rilanciano il tiro contro la Rai, puntando ora al centro del bersaglio ora a singoli personaggi di punta del servizio pubblico. Difficile scorgere in questi assalti in tempi genuini o libere espressioni del confronto di opinioni. Nulla viene trascurato per cercare di indebolire il servizio pubblico di frenarne una ripresa e una riqualificazione possibile.

L’editoria è in crisi, anche la televisione subisce contraccolpi negativi in termini di ricavi. Il polo privato presenta elementi di affanno. La Rai tenta un rilancio ma c’è chi vuole fermarla:  politici, imprenditori “amici degli amici”, personaggi schierati a prescindere per l’indebolimento del servizio pubblico o per la sua privatizzazione. E non è un caso che tutto questo avvenga, inoltre, mentre si riprende a discutere del contratto di servizio.

Tutelare i valori della Rai è un dovere del Paese perché si tratta di un bene pubblico. Si può non condividere tutto ciò che fa ma – come si è visto in Grecia – quanto sia essenziale e necessario lo si scopre solo se e quando non c’è. Arginare gli assalti è quindi un dovere, riprendere in mano il tema dei conflitti d’interesse è un’esigenza assoluta, riformare la governance e sottrarne il controllo diretto alla politica una condizione di liberà economica, sociale e culturale”.

 


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