“La famiglia Lima è stata riconosciuta con legge nazionale come vittima della criminalità organizzata”.
Lo ha dichiarato Susanna Lima, figlia dell’eurodeputato democristiano Salvo Lima ucciso nel 1992, rispondendo ad una domanda specifica delle parti civili al processo sulla trattativa Stato-mafia svoltosi oggi a Palermo.
“Ci chiediamo come sia possibile- commentano in una nota Libera e Centro Pio La Torre, parti civili al processo- che la famiglia Lima sia stata riconosciuta come status di vittima di mafie visto l’estremo rigore dei criteri della legge nazionale. Una rigidità che ha portato all’esclusione di questo riconoscimento per diversi familiari di vittime di criminalità organizzata. Quando e da chi è stata assunta questa decisione –ripetono Libera e Centro Pio La Torre – e quali criteri sono stati seguiti nella valutazione?”
“Il problema non sono i figli sui quali non possono ricadere le colpe dei padri – dichiara Vito Lo Monaco, presidente del Centro La Torre, ma Lima non è stato estraneo agli ambienti politico-mafiosi come evidenziato dalla Relazione di Minoranza della Commissione Antimafia del 1976 e da vari procedimenti giudiziari. Chiediamo dunque al Governo – continua Lo Monaco – come sia potuto accadere tale riconoscimento e se non ritiene il caso di revocare il provvedimento per non offendere la memoria di tutte le reali vittime di mafia.