di Alberto Spampinato
La Commissione di Venezia a Roma per fornire al Consiglio d’Europa un parere sulla adeguatezza della legislazione italiana. Svolgerà audizioni
Una delegazione della Commissione di Venezia del Consiglio d’Europa visita Roma il 21 e 22 ottobre 2013 in missione ufficiale di inchiesta. Incontrerà rappresentanti del Ministero della Giustizia, del Parlamento, della Corte di Cassazione, dell’Associazione Nazionale Magistrati e rappresentanti di associazioni e del mondo giornalistico.
La missione si svolge in vista della preparazione da parte della Commissione di Venezia, su richiesta dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, di un parere sulla legislazione italiana in materia di tutela contro la diffamazione e di conflitto d’interessi. La Commissione ha ricevuto l’incarico lo scorso gennaio, dopo l’arresto del giornalista Alessandro Sallusti.
L’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa vuole sapere se la legislazione italiana sulla diffamazione rispetta gli standard della Convenzione Europea dei Diritti Umani, ”se le leggi italiane sulla diffamazione sono in linea con l’articolo 10 della Convenzione che difende la libertà di espressione”; se le modifiche apportate alla legislazione italiana con le leggi Gasparri (sistema tv) e Frattini (conflitto d’interessi) hanno soddisfatto la richiesta del 2005 della Commisisone di Venezia di rispettare gli standard dell’organizzazione paneuropea. Nel rapporto approvato dalla assemblea parlamentare contemporaneamente alla decisione di incaricare della verifica la Commissione di Venezia, l’Italia è indicata, insieme a Ungheria e Romania, tra i paesi per i quali il Consiglio d’Europa nutre preoccupazione a causa delle pressioni politiche sulla tv pubblica.
La Commissione di Venezia fu istituita dopo la caduta del Muro di Berlino. Ha svolto e svolge un ruolo determinante nel ”consigliare” gli Stati membri – e anche quelli esterni protagonisti della ”Primavera araba” – nella stesura o nella revisione delle loro costituzioni. Con il tempo questo organismo ha assunto anche il compito di verificare se la leggi nazionali, in particolare quelle che regolano il funzionamento della magistratura, la libertà dei media e in materia elettorale, sono in linea con gli standard del Consiglio d’Europa.
Gli stati rappresentati nella Commissione sono 47 a cui si aggiungono gli osservatori. Fra questi, l’ultima adesione è stata quella degli Stati Uniti, ammessi lo scorso febbraio.