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Stampa, qualche segnale incoraggiante ma i tagli alle redazioni sono stati eccessivi

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L’ industria dei giornali sta camminando su una corda sospesa nel vuoto alla ricerca disperata di nuove strade per fare soldi in mezzo al collasso della pubblicità su carta. Questo è il poco rassicurante messaggio venuto da Ken Doctor, analista dei media e blogger del Nieman Journalism Lab, in un incontro a Berlino del  World Publishing Expo.

 

Alcuni dati riportati da  The Media Briefing:
– La pubblicità globale sulla stampa è calata del 39%, con una perdita secca di 51 miliardi di dollari, tra il 2007 e il 2013 .

– Non ci sono molti segni di una tendenza al rallentamento, visto che si registra una diminuzione annuale costante fra il 7 e il 12% nel 2013 .

– Ci sarebbero 99 miliardi di opportunità pubblicitarie, ma i due terzi di tutti questi soldi vanno a Google, Facebook, AOL, Microsoft e Yahoo.

 

Il collasso dei ricavi pubblicitari è stata la parte più preoccupante della presentazione in 10 punti che Doctor ha fatto sulle sfide che attendono l’ industria giornalistica nel 2014, ma l’ esperto ha sottolineato anche che gli editori si stavano adattando per fronteggiare queste minacce.

 

Come?

Marketing integrato: gli editori stanno adottando nuove forme di pubblicità e offrendo nuovi servizi di marketing che vanno oltre la semplice vendita.

Paywall 2.0 : Doctor denuncia il mito secondo cui nessun ‘’paywall salverà l’ industria dei giornali’’ e cita il Ceo del New York Times, Mark Thomson,  su come si debbano sviluppare i modelli a pagamento. Non  si tratta solo di consentire l’ accesso ai contenuti solo ai clienti paganti , ma anche di lavorare sulla “curva di impegno” .

– “Vendere più roba“: Ken Doctor dice che i giornali stanno cercando di sostituire i ricavi cartacei perduti con una sorta di ‘’buffet’’ con diversi flussi di reddito – in particolare la vendita di prodotti e servizi digitali che vanno ben oltre la loro tradizionale competenza.

 

Doctor ha anche posto la questione se qualcuno stia pensando a realizzare una sorta di Netfflix per le notizie (streaming online on demand). Abbiamo già Oyster , che offre un modello tutto-accesso per i libri . Qualcuno può fare qualcosa di simile a Flipboard nel campo dei quotidiani?
Sono sviluppi incoraggianti , ma Doctor sottolinea bene il danno maggiore causato dalle sofferenze del settore:

–  i tagli nelle redazioni continuano. Sono state raccontate molte meno storie perché ci sono molti meno giornalisti.

da lsdi.it


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