BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Segnalazioni e sviluppi/3

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Giornalisti arrestati in Angola; Siria. Rapito inviato spagnolo; preoccupazione per giornalista marocchino; indagato Bombonato; giornalista minacciata da Arabia Saudita

Angola: tre giornalisti arrestati mentre intervistavano manifestanti. Il sindacato protesta Tre giornalisti angolani sono stati arrestati e trattenuti per diverse ore dalle forze dell’ordine di Luanda. I tre cronisti stavano intervistando davanti al Tribunale di Polizia alcuni appartenenti al Movimento Rivoluzionario Angolano (Mra), organizzatori di una protesta giudicata “illegale”. I manifestanti, arrestati giovedì 19 settembre e poi rilasciati dopo pochi giorni, volevano portare all’attenzione della comunità internazionale i problemi del paese, come la diffusa corruzione e la siccità, che colpisce un milione di persone nel sud dell’Angola.
“Esprimiamo la nostra più profonda indignazione per l’estrema violenza di polizia rivolta ai giornalisti che si trovavano nell’esercizio legittimo della loro professione”, ha dichiarato in una nota il Sindacato dei giornalisti angolani (Sja), che ha espresso solidarietà anche nei confronti dei cronisti stranieri minacciati di arresto e violentemente allontanati dalle forze dell’ordine durante la manifestazione.

Siria: rapito da un gruppo di ribelli l’inviato del quotidiano spagnolo El Periodico Marc Marginedas, inviato del quotidiano spagnolo El Periodico, è stato rapito in Siria da un gruppo di ribelli. A dare la notizia è stato lo stesso giornale sul suo sito web.
Il reporter si troverebbe nelle mani dei rapitori dal 4 settembre scorso, giorno in cui ha avuto l’ultimo contatto con la redazione di Barcellona.
Marginedas – fa sapere El Periodico – stava viaggiando in auto con il suo autista quando è stato fermato ad un posto di blocco da alcuni combattenti jihadisti nei pressi di Hama, a 50 km da Homs nella Siria occidentale. Da quel momento di lui non si sono avute più notizie. Sempre il quotidiano spagnolo riferisce che il giornalista, arrivato in Siria tre giorni prima di essere rapito, era partito con l’obiettivo di “informare sui preparativi siriani per affrontare un intervento militare internazionale che in quel momento era ritenuto molto vicino, e per indagare sull’attacco chimico avvenuto il 21 agosto scorso alle porte di Damasco”.
Al momento non sono arrivate rivendicazioni per il sequestro.

Cospe e Amnesty International: preoccupazione per arresto giornalista marocchino L’ONG Cospe (Cooperazione alla sviluppo dei Paesi emergenti) e Amnesty International esprimono preoccupazione per l’arresto lo scorso 17 settembre del giornalista marocchino Ali Aznoula, colpevole di aver pubblicato un video attribuito ad AQMI, al-Qaeda nel Maghreb Islamico, intitolato “Marocco: Regno di corruzione e dispotismo.
Direttore della versione araba del sito internet Lakome, Aznoula è uno dei più noti giornalisti in Marocco e nel mondo arabo grazie soprattutto ai suoi articoli fortemente critici nei confronti della monarchia marocchina e alla sua battaglia di promozione della democrazia e della trasparenza. “I suoi articoli – riferisce il Cospe – erano estremamente popolari e condivisi sui social media”.
Il giornalista è accusato di assistenza e apologia del terrorismo e rischia una condanna a sei anni di carcere in base alla legge antiterrorismo in vigore dal 2003. In questo momento si trova ancora in fermo cautelare – rinnovabile fino a 12 giorni – ed è stato trasferito da Casablanca al carcere di Salé in attesa dell’inizio del processo.
“Aznoula è stato da sempre molto critico nei confronti delle politiche della corona, difensore di un’autonomia reale del Sahara Occidentale” spiega il Cospe, secondo cui la vicenda si inserirebbe “nell’ambito della repressione che negli ultimi tre anni sta colpendo parte della stampa indipendente marocchina”.

Indagato Bombonato, presidente Odg Emilia-Romagna Il presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia Romagna, Gerardo Bombonato, è indagato per falso in atto pubblico e concorso in truffa aggravata – insieme all’assessore all’Integrazione di San Lazzaro di Savena (Bologna) Raymond Dessi – relativamente al periodo in cui era capo dell’ufficio stampa del Consiglio regionale (inizio 2009).
Secondo l’ipotesi di accusa, nata da una segnalazione anonima su cui ha indagato il sostituto procuratore Morena Plazzi, Bombonato pagò Dassi 10mila euro per realizzare un corso di formazione indirizzato ai giornalisti e agli impiegati dell’ufficio, nonostante il corso non sia mai stato portato a termine.
Bombonato si è difeso dalle accuse, chiedendo di essere sentito dal pubblico ministero. “L’avviso del pm mi ha sorpreso, ma sono tranquillo”, ha detto.

Siria. Giornalista americana minacciata dall’Arabia Saudita: “Devi porre fine alla tua carriera” La giornalista statunitense Dale Gavlak, da vent’anni inviata per AP Associated Press in Medio Oriente, ha ricevuto minacce da parte dell’Arabia Saudita per aver pubblicato un reportage che racconta come siano i ribelli a far uso delle armi chimiche in Siria. Lo riferisce il sito web InfoWars.
L’articolo, pubblicato su Mint PressNews, spiegava come fossero stati proprio i miliziani oppositori del regime di Assad a confessare alla giornalista e a un reporter giordano, Yahia Ababneh, la loro responsabilità per l’attacco chimico dello scorso 21 agosto a Ghuta. L’attentato, si legge nel reportage, sarebbe stato causato da una cattiva gestione da parte dell’Esercito siriano libero delle armi fornite dall’Arabia Saudita.
Mnar Muhawesh, direttore editoriale di Mint PressNews, ha riferito che la giornalista avrebbe ricevuto minacce e intimazioni di porre fine alla sua carriera se non si fosse dissociata dall’articolo già 48 ore dopo la pubblicazione. Le minacce proverrebbero dall’Intelligence Saudita.
La giornalista, che è stata sospesa dall’ Associated Press per il momento, ha smentito il proprio coinvolgimento nel reportage, al quale avrebbe collaborato solo come traduttrice in aiuto del reporter giordano, sostenendo che l’inserimento del suo nome nell’articolo sarebbe un errore della Mint PressNews. In una dichiarazione pubblicata sul suo giornale, però, il direttore Muhawesh ha riferito di comprendere la “crescente pressione” cui è sottoposta Dale Gavlak ma che “la giornalista ha realizzato l’inchiesta e ha scritto il reportage insieme con Aba

 


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