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L’agibilità dell’informazione in provincia di Latina

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Nel prossimo mese di ottobre si terranno tre udienze di altrettanti processi per diffamazione avviati su querela del Presidente della Provincia di Latina, Armando Cusani, contro i giornalisti, il direttore in carica, Alessandro Panigutti, e il suo predecessore, Luigi Cardarelli. A dicembre prossimo ce ne saranno altre due per altrettante querele, a gennaio un’altra, a marzo un’altra. Complessivamente le querele presentate dal presidente Cusani contro i giornalisti di Latina Oggi sono 21, di queste otto sono state già archiviate su richiesta della Procura della Repubblica di Cassino (competente per territorio in cui si stampava il giornale all’epoca della pubblicazione degli articoli contestati); avverso le archiviazioni, chieste perché sussistevano “dubbi sulla volontà degli indagati di voler diffamare”, in due casi il Presidente Cusani ha presentato opposizione in Cassazione, giudicata inammissibile.

Ci sono state inoltre tre assoluzioni per altrettante querele per diffamazione a mezzo stampa. Dunque adesso restano pendenti altri dieci procedimenti, tutti aperti su querela di Armando Cusani. Gli articoli contestati sono riferiti ad attività del presidente nella sua qualità di capo dell’amministrazione provinciale e si tratta in larga misura di critiche per procedure di appalti, concorsi per assunzioni, edilizia. Fermo restando il pieno rispetto dell’azione della magistratura inquirente e giudicante da parte di tutti noi giornalisti di Latina Oggi, il numero delle azioni legali avviate dal Presidente della Provincia non può eludere una riflessione sulle effettiva possibilità di esercitare la professione giornalistica su questo territorio.

Se il più importante e prestigioso ufficio amministrativo locale, e per esso colui che lo rappresenta, mette in campo una mole di oltre 20 querele i casi possono essere due. O siamo di fronte ad una mirata e amplissima, nonché assai grave, campagna di diffamazione contro un personaggio pubblico; oppure questo personaggio pubblico cerca di fermare i giornalisti e la loro libertà di cronaca ed espressione attraverso una sequela di querele che probabilmente non ha pari in Italia. Il numero delle archiviazioni e delle assoluzioni potrebbe, da solo, fornire la risposta. Ma voglio, comunque, qui raccontare brevemente uno di questi procedimenti che mi ha visto come indagata e poi imputata.

Avevo scritto che il presidente della Provincia aveva aperto un sito per legittime finalità personali e politiche (ArmandoCusani.com) ma utilizzando personale e soldi dell’Ente. Cosa che al dibattimento è risultata essere autentica. Tra le prove il bollettino di pagamento per l’apertura del sito (37 euro) intestato a “Provincia di Latina” . Sono stata assolta, dopo 4 anni di processo. Il mio avvocato lo ha pagato l’azienda. Quello di Cusani il bilancio della Provincia. Quindi il diritto di cronaca viene duramente perseguitato a spese dei cittadini. Non è un bel risultato per la democrazia.

Riporto questa vicenda delle querele del Presidente della Provincia dopo anni di silenzio passati insieme ai miei colleghi solo a difenderci in aula con le prove che avevamo già raccolto per scrivere i nostri articoli in buona fede e seguendo le regole deontologiche ma senza fare sconti a nessuno, come crediamo siamo nostro compito. Adesso però la situazione è diventata surreale, 21 procedimenti e tre udienze in serie in un solo mese mi sono sembrati il segno che ogni limite è stato superato. E mi sembrava giusto far conoscere la vicenda anche ad altri colleghi per sollevare il velo su quello che accade in provincia di Latina che è già un territorio molto difficile per i cronisti, sempre più caldo e simile a certe aree del sud del Paese. Voglio aggiungere, ai fini di una più ampia conoscenza del “pianeta Latina” che lo stesso Presidente della Provincia nel Consiglio di giugno 2008 ha definito i giornalisti di questa testata “l’ unica associazione a delinquere presente sul territorio”. Il dibattito – lo ricordo giusto per la cronaca – era sulla mafia e la camorra. Potrei altresì aggiungere che il Presidente del Consiglio provinciale, Michele Forte, nella sua qualità di sindaco di Formia a marzo 2012 in piena conferenza stampa e rivolto ad un collaboratore di Latina Oggi disse che “fare il giornalista è un mestiere pericoloso”; quel giorno era uscito un mio articolo sulla concessione edilizia ad una coop con tutti i soci appartenenti all’Udc (partito di quel sindaco-Presidente). Purtroppo credo di aver dimenticato qualche altro episodio ma spero, invece, che non ce ne saranno altri e che anche la provincia di Latina possa diventare un luogo da poter raccontare senza essere intimiditi dalle querele.

*vicedirettore di Latina Oggi


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