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Quello spot vietato dentro i TG del Cav

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Alla fine il videomessaggio è arrivato dopo un ulteriore slittamento per non farsi schiacciare della Concordia. Una delle curiosità era quella di valutarne il “trattamento” da parte dei telegiornali.
Con ogni evidenza è stato un messaggio di propaganda politica. Niente di scandaloso. Ce ne sono tanti, magari più sobri. Naturalmente c’erano all’interno anche notizie e quindi era più che naturale l’interesse dei media ed in particolare quello dei TG
Ieri sera li abbiamo seguiti con particolare attenzione. Nel “prime time” quasi tutti i TG del paese, salvo le all news che hanno una struttura editoriale diversa, hanno impaginato e trattato il videomessaggio di Berlusconi come una notizia tra le altre. Alcuni TG e forse la maggior parte, gli hanno dato maggior evidenza, ma con servizi di non più di 3 minuti di media, altri (TGLa7) l’hanno collocato addirittura come quarta notizia. I TG di Mediaset ed in particolare il TG5, lo hanno invece trasmesso integralmente. Una durata di oltre 16 minuti su telegiornali di durata media di 30 minuti.
In questa diversità sta il problema. Dobbiamo domandarci se questo atteggiamento possa essere considerato alla stregua di legittima ed autonoma  scelta editoriale dei direttori o se non implichi altri profili degli di attenzione? Ci sono nel nostro paese regole che disciplinano tutto questo. Ci sono arbitri che sono chiamati ad applicarle?
Non mi pare che si configuri un “sostegno privilegiato”, ai sensi dell’incolore legge Frattini sul conflitto d’interessi, perché Berlusconi non è più uomo di governo ed anche perché l’Agcom ha reso praticamente inapplicabile l’istituto; non direi neppure che si tratti di una violazione della delibera dell’Autorità pronunciata per i videomessaggi in campagna elettorale, perché ancora formalmente non  siamo in campagna elettorale.
Detto questo, però, non vuol dire che non esistano regole. La prima regola, ricordata in passato anche dall’Agcom è quella che impone sempre, in ogni periodo dell’anno, a tutti i TG il rispetto del pluralismo e dell’imparzialità editoriale. La trasmissione integrale di un videomessaggio che occupa più della metà di un TG è per se stessa improponibile. Le altre forze politiche avranno a disposizione solo degli scampoli di risposta.
Ma c’è anche l’altro profilo della commistione, all’interno dello stesso messaggio, di aspetti informativi e di aspetti pubblicitari, propagandistici. La lettura e la sintesi giornalistica è il solo modo per collocarli all’interno dei TG. La trasmissione integrale, ripetiamo,  di 16 minuti non consente questo filtro e inquadra la trasmissione al livello degli spot che sono come è noto vietati, in quella forma, nei TG.
E infine veniamo all’Agcom, all’arbitro che dovrebbe controllare il rispetto delle regole da parte delle emittenti nell’interesse dei cittadini. Siamo sicuri che all’estero tutto questo sarebbe permesso. Perché dobbiamo attendere che qualcuno presenti un ricorso o un esposto per ottenere il rispetto dell’art.21 e dell’art.3 della Costituzione, che impone la libertà di pensiero e il principio di eguaglianza?
Non vorremmo che tra qualche mese un comunicato illeggibile sui dati delle presenze nei TG, mettendo magari  insieme presenze nel prime time e presenze notturne,  affogate neo complessivi dati di partito, ci dicesse che tutto è in regola e che possiamo stare tranquilli.
E’ troppo chiedere che l’Autorità, che ha il compito di regolare e controllare questa delicata materia, si attivi da sola,  d’ufficio e ci faccia sapere in tempi brevi che cosa ne pensa di tutto questo. Magari anche per dire che le regole a sua disposizione sono insufficienti e per proporne delle altre in sostituzione.
I partiti, da parte loro, potrebbero finalmente riprendere quelle proposte che riguardano il conflitto d’interessi delle quali si parla ad intermittenza. Ce ne sono diverse già pronte ed anche Articolo21 ne ha offerte alcune al dibattito politico.
Il PD ne aveva fatto una priorità della propria piattaforma politica e credo  che alla luce di quanto sta succedendo ed anche di queste anticipazioni della campagna elettorale,  questo tema riacquisti la stessa priorità  della legge elettorale.

Articolo pubblicato su l’Unità


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