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Una nuova confisca di beni per l’imprenditore Vito Nicastri “vicino” alla cosca trapanese di Messina Denaro

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Ancora una confisca di beni all’ex “re” dell’eolico, il trapanese Vito Nicastri. Già al centro di provvedimenti di sequestro e confisca di beni (clicca qui per leggere l’approfondimento a cura di Rino Giacalone) torna alla cronaca per un ulteriore indagine della Dia che  ha posto sotto controllo il patrimonio dell’imprenditore.

“L’attività imprenditoriale di Nicastri” –  spiega la Dia –  specializzato nello “sviluppo” di impianti di produzione elettrica da fonti rinnovabili, “è consistita nella realizzazione e nella successiva vendita, chiavi in mano, di parchi eolici/fotovoltaici, con ricavi milionari”. Già sottoposti a confisca beni per un valore di oltre 1 miliardo e 300 milioni di euro, oggi si aggiungono altri patrimoni per un valore di oltre 3 milioni e 500 mila euro.

L’indagine già portata avanti dalla magistratura ha rintracciato i collegamenti fra l’attività imprenditoriale di Nicastri e  noti esponenti mafiosi, riconducibili alla consorteria della “cosa nostra” trapanese e “vicini” al  latitante Matteo Messina Denaro. “Il provvedimento di confisca, disposto dal Tribunale – Sezione MP di Trapani, ha interessato  numerosi, ulteriori conti correnti bancari e rapporti finanziari, attestati in istituti di credito” sia in  Sicilia che in Lombardia.

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