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Iraq: due ipotesi per un massacro

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Il massacro dei mojahedin iraniani rifugiati in Iraq sempre proprio opera di al-Maliki, primo ministro iracheno legato a Tehran. Ma per qualcuno gli americani..

di Ali Izadi

Oppositori sin da subito del regime iraniano , i mojahedin khalq venero ospitati in Iraq da Saddam Hussein, in chiave anti khomeinista ovviamente. Poi, dopo la caduta del regime iracheno, sono stati ammassati, con “protezione americana”, nel campo di Ashraf, non distante da Baghdad.

Il primo settembre scorso è stato uno dei peggiori giorni nella vita politica di Mojahedin khalq. Era proprio il primo giorno di settembre quando sono stati attaccati da parte di un gruppo armato. I Mojahedin, come da accordi con le autorità, non avevano armi, tuttavia sono stati ritrovati con le mani legate, quindi massacrati. Più di cinquanta di loro giacevano così, e tra le vittime di questa esecuzione spiccavano sette membri del consiglio che li guida.

Dal 2012 sono rimasti solamente un centinaio di mojahedin nel campo di Ashraf, tutti disarmati abbiamo detto. E’ stato questo l’accordo trovato tra gli americani e le autorità irachene prima del ritiro statunitense dal Paese. Il governo iracheno ha accettato ovviamente la responsabilità di proteggere i mojahedin nel campo di Ashraf , ma il grosso problema è questo: a differenza del primo Saddam Hussein, l’attuale primo ministro iracheno non li ama, per due motivi:
perché loro a suo tempo collaborarono con l’ ex dittatore iracheno,
e perché il primo ministro dell’Iraq è un intimo amico del governo Iraniano , mentre i mojahedin dai 32 anni sono stati il primo nemico del regime iraniano .

Non sorprende che il governo iracheno e l’Iran siano accusati del massacro del primo settembre.

Questa è la quinta volta nella quale i mojahedin vengono attaccati in questi modi sia nell’ Ashraf che nel campo Liberty: in nessun caso si sono trovati o cercati i responsabili, mentre il governo di Baghdad starebbe consegnando all’Iran alcuni mojahedin arrestati in queste settimane.

Sembrerebbe il più classico dei classici mediorientali: il regime locale (in questo locale quello di al-Maliki) esegue con brutalità gli ordini del suo padrone (in questo caso gli iraniani). Ma siccome siamo in Medio Oriente c’è una variante, “aggiuntiva”: gli americani.

Alcuni assicurano che dietro il triste destino dei mojahedin ci sia infatti anche uno “scambio politico” tra Washington e Tehran. Quale? Voi vi liberate dei mojahedin grazie all’ausilio di Maliki, ma poi ridurrete il sostegno ad Assad. E a riprova di ciò si cita l’imminente visita dell’importantissimo diplomatico americano Feltman, a Tehran..

da ilmondodiannibale.it


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