BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

“Ne vale la pena” – di Carlo Mazzerbo, Gregorio Catalano

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In Italia solo il 13 per cento della popolazione carceraria lavora. Il resto passa venti ore al giorno in cella, senza alcuna occupazione.  Carlo Mazzerbo racconta in prima persona il suo periodo di direzione del penitenziario di Gorgona, la sfida difficile ma possibile di recuperare i detenuti attraverso il lavoro, dando loro un futuro fuori dal carcere. Gorgona, l’isola più piccola e più verde dell’Arcipelago toscano, per molti anni è stata lo scenario naturale di un’esperienza carceraria unica, che ha reso i detenuti protagonisti con il lavoro e la possibilità di un reinserimento effettivo, in un contesto di ‘libertà’ e nel rispetto della Costituzione.  In quei due chilometri quadrati a diciotto miglia marine dalla costa, il direttore Carlo Mazzerbo è riuscito ad applicare l’articolo 27: “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. Dettato disatteso in molti istituti di pena, nonostante le sentenze della Corte di Strasburgo e le ripetute denunce del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Mazzerbo spiega come sia riuscito a far rompere ai detenuti l’emarginazione con la pesca, l’acquacoltura, l’agricoltura e l’allevamento, favorendo attività economiche e legami impensabili. Poliziotti e reclusi hanno studiato insieme per la licenza media, hanno formato una band musicale e un armo di canottaggio. Una vicenda di successi esaltanti, ma anche di cocenti sconfitte che hanno portato al ridimensionamento il ‘laboratorio Gorgona’.

Collana Igloo – pp. 192 – 16,00 euro

Gli autori

Carlo Mazzerbo lavora nell’amministrazione penitenziaria da trent’anni. È stato responsabile della Casa di reclusione di Gorgona dal 1989 al 2004 e, in missione’, dal 2008 al 2010. Ha poi diretto il carcere di Porto Azzurro, dove vive con la famiglia. Dal 2011 dirige la Casa circondariale di Massa Marittima.
Gregorio Catalano, giornalista, ha lavorato per Paese Sera, L’Occhio, La Gazzetta dello Sport, Il Messaggero e il Corriere della Sera.


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