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Mater Gratiae, la discarica della vergogna

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di  Antonia Battaglia

TARANTO – Il Consiglio dei Ministri si riunirà oggi , 26 Agosto 2013,  per discutere, tra le altre questioni all’ordine del giorno, quella della razionalizzazione dei controlli in materia di rifiuti che tocca molto da vicino lo stabilimento ILVA di Taranto.  Il decreto sulla Pubblica Amministrazione prevede il via libera alla costruzione ed alla gestione delle discariche per rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi in località Mater Gratiae, comune di Statte ( Taranto ), ovvero l’ILVA.

Entro 30 giorni dalla conversione del decreto in legge, poi, il Ministro dell’Ambiente Orlando potrà rendere effettiva l’operatività della discarica; quindi in un tempo successivo rendere note le modalità di gestione e di smaltimento dei rifiuti del ciclo produttivo dell’ILVA. Ciò che il decreto però non dice è che la discarica Mater Gratiae ha avuto ed ha tuttora dei numerosi problemi di regolarità.

Siamo nel 2010, anno in cui i Riva, si legge sulla Repubblica, hanno urgenza di concludere sulle discariche interne all’ILVA visto che l’AIA non prevede l’esercizio di una discarica di rifiuti speciali nello stabilimento e che tale discarica in realtà non solo esiste già ma è anche molto operativa. Parliamo di un’area di 300 mila metri cubi, necessaria a stoccare i residui nocivi della lavorazione dell’acciaio. Parliamo quindi di una autorizzazione necessaria e urgente la cui mancata approvazione può far saltare l’approvazione dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) del 2010. Un’autorizzazione la quale l’ILVA perderebbe parte della produzione e di profitti per diverse centinaia di milioni di euro.

Tutto dipende dal Ministero dell’Ambiente.  Ma il gruppo Riva non demorde e con Girolamo Archinà, ex-dirigente ILVA, annoda quei contatti solidi e continui con la politica locale tarantina che garantirà loro la protezione necessaria a operare in tutta tranquillità.

Cominciano le pressioni sulla Provincia per bypassare la resistenza degli uffici tecnici . Archinà, come si leggerà nelle carte dell’inchiesta che sono state rese pubbliche, incontrerà direttamente il Presidente della Provincia di Taranto Gianni Florido e ne riferirà la disponibilità a collaborare sulla questione della discarica a Fabio Riva.

Il 15 Maggio 2013 la Guardia di Finanza esegue l’ordinanza di custodia cautelare spiccata dal GIP di Taranto Patrizia Todisco. L’accusa è di concussione proprio nella questione della discarica Mater Gratiae e si concentra sulle manovre attivate per ottenere, dal 2006 al 2011, l’autorizzazione della discarica, realizzata in una cava all’interno dello stabilimento, in carenza dei requisiti tecnico-giuridici necessari all’espletamento delle sue funzioni.

Il decreto del Ministro Orlando, che sarà discusso domani, autorizza lo smaltimento di rifiuti pericolosi ma non sembra prendere in considerazione il fatto che alcuni rifiuti sono talmente pericolosi, scrive oggi il Presidente di PeaceLink Marescotti,  da non poter essere smaltiti in discarica. Questi rifiuti dovrebbe subire trattamenti preventivi come la solidificazione o la vetrificazione, passaggi senza i quali non dovrebbero mai essere portati nelle discariche. Naturalmente si tratta di operazioni tanto necessarie quanto costose ed impegnative.

Taranto diventa ancora una volta destinataria di decreti legge ad hoc, ad Ilvam. Decreti difficili da giustificare quando ci sono studi di epidemiologi, di tecnici, di esperti che da anni decretano non solo la grande pericolosità dell’ILVA ma anche il suo effetto certo e confermato sulla salute della popolazione.

Le ordinanze del GIP di Taranto hanno dato conferma dei numerosi studi e rapporti tecnici in materia e ci si chiede attoniti a cosa altro’ penseranno i politici pur di salvaguardare l’ILVA contro gli interessi dei cittadini.

Come è mai possibile che una discarica che fino ad ora non ha mai ottenuto le autorizzazioni necessarie possa esser trasformata in un solo giorno e per mezzo della bacchetta magica del nuovo decreto in una discarica sicura, pronta ad accogliere e smaltire quantità e tipologie di rifiuti così importanti?  Perché decretare procedure eccezionali per una discarica che invece deve passare dalle procedure autorizzative ordinarie?

Ci si augura che l’ARPA possa effettuare de nuovi immediati controlli sulla natura non solo dei rifiuti presenti al momento nella discarica Mater Gratiae ma anche sulle conseguenze sulla falda acquifera. I cittadini non sanno se la discarica abbia o meno un adeguato sistema di recupero delle acque, se la pioggia faccia percolare in profondità, se la discarica sia o meno impermeabilizzata. La procedura da seguire esiste e si chiama AIA ( Autorizzazione Integrata Ambientale), uno strumento che dovrebbe essere usato non solo per le emissioni ma anche per tutto ciò che riguarda l’inquinamento dell’acqua e per le discariche.

Autorizzare la Mater Gratiae per decreto scavalcando l’iter di legge è l’ennesimo schiaffo non solo alla città di Taranto ma anche alla legalità, perché decreta che ciò che è illegale può diventare in poche ore e per volere di pochi immediatamente legale e autorizzato.

da dazebao.it


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