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Siria una guerra che dura da più di due anni

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Siria una guerra che dura da più di due anni, una tragedia che continua a consumarsi nell’indifferenza del resto del mondo, un dramma che qualcuno ha cercato di raccontare come il giornalista Domenico Quirico rapito lo scorso 9 Aprile mentre si trovava fra Homs e Damasco, di lui non si hanno più notizie dal 6 Giugno quando riuscì, per un brevissimo tempo, a mettersi in contatto con sua moglie al telefono. Risale a ieri la scomparsa di Padre Paolo Dall’Oglio, attivista fortemente impegnato nel dialogo con il mondo musulmano, osteggiato per le sue azioni dal governo siriano, la Farnesina in queste ore sta verificando cosa sia successo.

La Siria è il paese più pericoloso da raccontare, il posto dove muoiono più giornalisti al mondo, un paese di cui non è possibile neanche più calcolare il numero delle vittime.    Recentemente il  il segretario generale della Nazioni Unite Ban Ki-moom  ha parlato di 100.000 morti dall’inizio del conflitto secondo le stime del’ONU, 5000 sarebbero le persone uccise ogni mese.  In quella stessa occasione il segretario generale dell’ONU ha  lanciato un appello affinché gli Stati Uniti e la Russia convochino una conferenza internazionale a Ginevra, insieme alle Nazioni Unite, per cercare di mettersi d’accordo su un possibile governo di transizione che ponga fine alla belligeranza fra le parti in causa.

Il giornalista britannico Timothy Garton Ash parla di 280.000 morti dall’inizio del conflitto ,di 6000 siriani che ogni giorno abbandonano il loro paese, milioni di rifugiati tanto da essere diventati il 10% della popolazione giordana. “È come se tutta la Bulgaria si trasferisse in Gran Bretagna”.

L’Alto Commissario per i rifugiati delle Nazioni Unite Antonio Guterres dichiara che un numero così spaventoso di rifugiati e sfollati non lo si registrava dai tempi del genocidio in Ruanda. Alle vittime di questa immensa catastrofe umanitaria dobbiamo sommare le migliaia di persone scomparse nel nulla.

La politica internazionale non sta intraprendendo alcuna azione concreta per favorire un processo di pace. Dalle ultime notizie i militari di Assad sembrano aver  riconquistato Homs ridotta ormai ad un cumulo di macerie.

La morte, le privazioni e la disperazione sono presenze costanti in questo paese da più di due anni, la fine delle ostilità è un traguardo sempre più lontano. Persone che avevano una casa, una famiglia, un lavoro hanno perso tutto, bambini che avevano genitori, una scuola e  un tempo giusto per giocare e crescere non hanno più niente. La Siria, una nazione dall’immenso patrimonio artistico, sembra essere ormai solo il campo di un’infinita battaglia. Timothy Garton Ash, che si occupa principalmente di affari internazionali, si dice stanco d’invitare i governi ad agire, consapevole del fatto che nove volte su dieci non lo faranno e invita tutti a fare un offerta per gli aiuti umanitari in Siria, ci associamo al suo invito.


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