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Non puoi usare le parole di Calderoli e Borghezio contro il razzismo

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“Quando ci vuole, ci vuole…” ”Bisogna reagire agli insulti razzisti…” ”Insomma quella signora si meritava questo ed altro…”  Queste alcune, non tutte per fortuna, delle reazioni che sono arrivate ad Articolo21 a commento della nota che, insieme al direttore Stefano Corradino, abbiamo fatto in relazione alle dichiarazioni “razziste” rilasciate da un consigliere comunale di Cavarzere, un comune del veneziano, eletto nelle liste di Sel.

Questo signore ha pensato bene di auspicare una sorta di dantesca pena del contrappasso per la signora Dolores Valandro, una ex consigliera leghista di una circoscrizione di Padova, che si era pubblicamente chiesta perché mai nessuno avesse ancora stuprato la ministra Kyenge. Per altro la signora è stata appena condannata a 13 mesi di reclusione (pena sospesa) per istigazione alla violenza, aggravata dalla motivazione razziale.

Il suo emulo rosso si é augurato che la signora in verde sia anche consegnata “a 20 negroni”, con quel che ne potrebbe conseguire. Secondo alcuni “amici e compagni”, come si sarebbe detto in un tempo sempre più lontano, questo signore avrebbe anche qualche ragione e non sarebbe paragonabile ai guerrieri padani. Non conosciamo il consigliere comunale, ma, nel caso in questione, non esistono attenuanti possibili.

Quelle parole non sono tollerabili, persino il termine “negroni” é la spia di un linguaggio comunque razzista, persino di una subalternità ai modelli che si vorrebbero contrastare. Quando si usano gli stili e i linguaggi degli altri, la sconfitta, culturale, ancor prima che politica, é sicura. Questo vale per i partiti, vecchi e nuovissimi, associazioni, movimenti. Non puoi usare le parole di Calderolie di Borghezio per contrastare i Borghezio e i Calderoli.

Per questo hanno fatto bene i dirigenti di Sel, a tutti i livelli, a prendere le distanze e ad avviare le pratiche per la espulsione del consigliere di Cavarzere. Hanno fatto bene nel metodo e nel merito. Nel merito perché quelle parole sono indifendibili. Nel metodo per marcare le distanze da chi, invece, vedi Maroni, non può e non vuole far dimettere Calderoli dalla vicepresidenza del Senato.

da “Il Fatto Quotidiano”


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