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Lampedusa. Papa Francesco, le morti dei migranti sono spine nel cuore

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di Francesco Mancuso

Anche oggi sbarcano 165 migranti

ROMA – E’ un Papa che viene dal sud del mondo e ad esso guarda con grande attenzione. Per l’Europa il sud è l’Africa e per gli immigrati Lampedusa è la porta dell’Europa, la porta della speranza per la sopravvivenza, per una vita nuova. Questo Papa conosce bene le povertà del sud del mondo. Nella sua Argentina visitava le periferie abbandonate con i mezzi pubblici, qui a Lampedusa è andato in giro con una campagnola. Ieri ha ben spiegato il senso di questo viaggio e del suo comportamento ricordando quanto sia triste “vedere un prete che possiede un’auto costosa”. Il segreto di Papa Francesco è tutto qui nella semplicità della sua comunicazione e dei suoi gesti. Per questo oggi ha voluto essere tra i poveri a Lampedusa perché per arrivare in quel luogo molta gente è stata sfruttata e poi è morta in mare nella disperazione: “Chi è il responsabile del sangue di questi fratelli e sorelle? – ha chiesto il Papa parlando dell’aspetto dell’indifferenza – Nessuno! Tutti noi rispondiamo così: non sono io, io non c’entro, saranno altri, non certo io”. Bergoglio è un Papa che vuole prendersi la sua parte di responsabilità, ecco questo è stato il senso della sua presenza in una piccola isola tra l’Italia e l’Africa.

La sua visita è cominciata stamattina, l’aereo con a bordo Papa Francesco è atterrato all’aeroporto di Lampedusa alle nove. Bergoglio è salito a bordo di una motovedetta della Guardia costiera, accompagnato da un corteo di barche di pescatori. Dalla motovedetta della Guardia Costiera, ha gettato nel mare di Lampedusa una corona di fiori in ricordo dei migranti morti durante le traversate. Prima di lanciare i fiori il Papa si è raccolto in preghiera. Per alcuni minuti, il Pontefice è stato poi in preghiera, in memoria dei migranti morti in mare. Il lancio della corona è avvenuto davanti al porto di Lampedusa. La motovedetta della Guardia costiera è stata accompagnata da un corteo di barche di pescatori. Il lancio della corona in mare da parte di papa Francesco è stato salutato dal suono delle sirene delle barche dei pescatori. E’ poi arrivato al porto di Lampedusa, a Punta Favarolo. Sul molo lo attendevano gruppi di migranti, che il Pontefice ha salutato al suo passaggio. Ha salutato e ha stretto la mano a numerosi migranti africani, quasi tutti giovanissimi, che lo attendevano. Il Papa ha sorriso e scambiato con loro parole di saluto: “Vi saluto tutti e ringrazio per l’accoglienza, tutti siamo qui oggi nella preghiera e anche per questo non ho parlato. E’ per questo che oggi sono qui. Grazie, grazie”.
A bordo della “campagnola” scoperta, poi, il Pontefice ha percorso le strade di Lampedusa, salutato e acclamato dalla folla, per dirigersi al campo sportivo “Arena”, in località Salina, per la messa. Il Pontefice è stato circondato dalla folla che lo ha acclamato: ha stretto al petto petto e baciato bambini, li ha accarezzati, ha stretto le mani che i fedeli gli hanno teso, ha sorriso a tutti e li ha salutati con la mano. L’ingresso al campo sportivo è stato accolto da grida dei presenti e dallo sventoli dei cappellini bianchi e gialli.

Poi la messa durante la quale ha ricordato gli “Immigrati morti in mare, da quelle barche che invece di essere una via di speranza sono state una via di morte. Così il titolo dei giornali”, ha detto il Papa all’inizio dell’omelia. “Quando alcune settimane fa ho appreso questa notizia, che purtroppo tante volte si è ripetuta – ha proseguito -, il pensiero mi è tornato continuamente come una spina nel cuore che porta sofferenza”. E allora “ho sentito che dovevo venire qui oggi a pregare – ha aggiunto -, a compiere un gesto di vicinanza, ma anche a risvegliare le nostre coscienze perché ciò che è accaduto non si ripeta. Non si ripeta per favore”.
“Vorrei dire una parola di sincera gratitudine e di incoraggiamento a voi, abitanti di Lampedusa e Linosa, alle associazioni, ai volontari e alle forze di sicurezza, che avete mostrato e mostrate attenzione a persone nel loro viaggio verso qualcosa di migliore”, ha detto il Papa durante la messa: “Voi siete una piccola realtà, ma offrite un esempio di solidarietà! Grazie”.
Di fronte alle morti in mare, ha detto il Papa, “domandiamo al Signore la grazia di piangere sulla nostra indifferenza, sulla crudeltà che c’é nel mondo, in noi, anche in coloro che nell’anonimato prendono decisioni socio-economiche che aprono la strada a drammi come questo. ‘Chi ha pianto?'”. “Chi di noi ha pianto pe questo fatto e per fatti come questo? Chi ha pianto per la morte di questi fratelli e sorelle? Chi ha pianto per queste persone che erano sulla barca? Per le giovani mamme che portavano i loro bambini?”, “siamo una società che ha dimenticato l’esperienza del piangere”.
Dopo l’ennesimo bagno di folla, Papa Francesco ha lasciato il campo sportivo per raggiungere la parrocchia di San Gerlando, l’ultimo degli appuntamenti ufficiali della sua visita a Lampedusa. Nella chiesa del paese il Pontefice incontrerà altri migranti, un gruppo di cittadini di Lampedusa con il sindaco, Giusi Nicolini, e i parrocchiani guidati da don Stefano Nastasi.
Intanto un barcone carico di migranti a Lampedusa con 165 stranieri a bordo, è stata intercettata dalle motovedette della Guardia di Finanza e della Capitaneria di Porto Una volta soccorsi, sullo stesso Molo Favarolo dove meno di un’ora dopo è sbarcato il Pontefice, sono stati accompagnati al Centro di primo soccorso sull’isola. La vita dei migranti e dei Lampedusani continua nella sua tragica normalità, anche in un giorno speciale come questo.

da dazebao.it


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