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8 luglio, riapre a l’Aquila l’Oratorio San Giuseppe dei Minimi

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Sarà un giorno speciale l’8 luglio, un giorno di emozioni e di ricordi poiché in uno degli angoli più suggestivi del centro storico torneranno ad aprirsi le porte di quel gioiello settecentesco che è l’Oratorio San Giuseppe dei Minimi. A restituirlo alla città, la generosità del governo del  Katakistan, che ne ha finanziato il recupero. Si tratta di una delle chiese che, ancora oggi, concorre alla definizione del brano urbano immediatamente a ridosso dell’area della Cattedrale lungo il fianco settentrionale. Taglio del nastro alle h. 17,00, intervento delle autorità e, a partire dalle h. 18,45, la musica dei Solisti Aquilani, introdotta da una breve prolusione i Walter Capezzali, presidente della Associazione.E sarà un felice ritorno poiché, prima del sisma del 6 aprile, era proprio a “San Giuseppino” che I Solisti tenevano la loro stagione concertistica. La formazione che si esibirà è costituita da Emma Pucello ottavino, Irene Tella e Plamena Krumova, violini. Sul podio Vittorio Antonellini. In programma il Concerto in sol minore, il Concerto per ottavino e il Concerto per due violini di Antonio Vivaldi. Detto il Prete Rosso per il colore dei suoi capelli, Vivaldi fu uno dei violinisti più virtuosi del suo tempo e uno dei più grandi compositori di musica barocca. Le sue opere influenzarono numerosi compositori del suo tempo, soprattutto tedeschi, tra cui Bach, Pisendel e Heinichen. Come avvenne per molti compositori del barocco, dopo la sua morte il suo nome e la sua musica caddero nell’oblio. Fu grazie alla ricerca di alcuni musicologi del XX secolo, come Arnold Schering, Marc Pincherle, Alberto Gentili e Alfredo Casella, che Vivaldi uscì dalla dimenticanza. Restano come pietre miliari nella storia della musica barocca le raccolte dei suoi concerti per violino, in particolare “L’estro armonico”, “La stravaganza” e “Il cimento dell’armonia e dell’invenzione”, e numerose composizioni di musica sacra, l’altro grande ambito musicale in cui il “prete rosso” sfoggiava grande maestria.


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