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Premio Luchetta agli operatori dell’informazione, oggi la cerimonia di premiazione

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Uccisi mentre facevano il loro lavoro. Era il 1994, la guerra nella ex Jugoslavia sarebbe finita l’anno dopo. Erano andati in Bosnia per uno speciale sui bambini vittime di un conflitto tra i più sanguinosi. Una granata li ha colpiti mentre stavano intervistando il piccolo Zlatko. Si è salvato, lui. Gli hanno fatto da scudo i corpi dei tre inviati della sede Rai di Trieste. Marco Luchetta, Alessandro Ota, Dario D’Angelo sono morti così a Mostar, il 28 gennaio di 19 anni fa.L’operatore Miran Hrovatin, anche lui triestino, è stato ucciso in Somalia – assieme a Ilaria Alpi – meno di due mesi dopo, il 20 marzo. Vittime di un agguato a Mogadiscio, mentre stavano realizzando un reportage per il tg3.
Da 10 anni, nella loro Trieste, c’è un premio che li ricorda, dedicato agli operatori dell’informazione. Oggi 3 luglio la cerimonia “I nostri angeli” al Politeama Rossetti, che sarà  trasmessa il 10 luglio in seconda serata, su Rai 1.

Ad aggiudicarsi quest’anno il premio Luchetta l’inviato della BBC Ian Pannel, con “Idlib Caves”, reportage realizzato nel tunnel-rifugio degli sfollati siriani. Le immagini sono di Darren Conway.
Al vicedirettore di “Io Donna” Marzio G. Mian va il Premio per la sezione carta stampata per un’inchiesta “Dove scompaiono le bambine”, sullo spaventoso infanticidio delle neonate indiane.
Ha vinto il Premio Alessandro Ota per il miglior reportage fino a 45 minuti il giornalista di France2 Jean-Sébastien Desbordes. Un viaggio nella diversità che per Sacha, bimbo affetto da una rara malattia genetica, rappresenta la difficile quotidianità .

Premio Dario D’Angelo per il miglior articolo pubblicato su un quotidiano o un periodico straniero al corrispondente dall’Asia di “The Times” Richard Lloyd Parry. Sotto pseudonimo per evitare l’arresto, Parry per cinque anni ha viaggiato clandestinamente in Birmania, documentando le atrocità  del regime.
Il fotografo Marco Gualazzini, con lo scatto pubblicato da L’Espresso in un servizio sull’inferno degli sfollati in Congo, vince il premio Miran Hrovatin per la fotografia.

Premio “Friuladria Testimoni della storia” a Giovanni Floris (Ballarò, Rai 3), mentre al vignettista Francesco Tullio Altan è stato assegnato il premio Speciale Luchetta.

Il premio, che compie 10 anni, è promosso dalla Fondazione Luchetta, Ota, D’Angelo, Hrovatin, in collaborazione conla RAIe sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica.La Onlusè nata pochi mesi dopo la morte dei giornalisti Rai. La presiede oggi la vedova di Marco Luchetta, Daniela Schifani. Con i colleghi, con gli amici nacque l’idea di ricordarli attraverso un’iniziativa di solidarietà, per reagire al dolore con qualcosa di concreto. Il primo bambino che aiutarono proprio il piccolo Zlatko, sopravvissuto alla granata di Mostar. Riuscirono a portarlo via dall’inferno della guerra. Prima una breve permanenza a Trieste, poi andò a vivere con i genitori in Svezia.

Di lì a poco la costituzione della Fondazione, proprio con l’obiettivo di aiutare bambini affetti da malattie che non potevano essere curate nei paesi d’origine. Nel corso di questi 19 anni, sono stati ospitati e curati a Trieste oltre 780 bambini provenienti da 50 paesi dove è impossibile fornire loro anche le cure più basilari. Neonati e ragazzi affetti da gravi malformazioni, tumori gravi o con ferite di guerra, bimbi che sono sempre accompagnati, anche a scopo terapeutico, dai loro familiari. Non solo vitto e alloggio nella casa d’accoglienza di via Valussi,la Fondazionesostiene anche le spese mediche e quelle dei viaggi, sia dei bimbi che dei loro familiari. Una vera e propria missione quella della Fondazione, proprio com’era una missione – per chi se ne è andato – fare al meglio il proprio mestiere.


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