In vista della scadenza, prevista per il 2016, e del successivo rinnovo della concessione Rai, il vice ministro allo Sviluppo economico, Antonio Catricala’, pensa a una consultazione pubblica simile a quella realizzata in Gran Bretagna per la Bbc. Lo ha sostenuto intervenendo al convegno “Una nuova carta d’identita’ per la Rai”, promosso da Articolo 21 e Fondazione Giuseppe Di Vittorio presso la sede del Cnel a Roma. All’interno del contratto di servizio, ha spiegato il vice ministro, “con il consenso della Rai, vorrei aggiungere una clausola che preveda una consultazione pubblica”. A proposito del contratto di servizio, Catricala’ ha detto di assumersi “tutta la responsabilita’ del fatto che non sia stato ancora firmato. Quando sono arrivato – ha spiegato – era quasi pronto ma ho pensato fosse giusto fermarsi a rivederlo e migliorarlo. Dovrebbe contenere delle linee guida da seguire per contratto e non per legge, un preambolo con una chiara definizione del servizio pubblico e dovrebbe essere piu’ semplice e chiaro”. Il vice ministro ha detto di voler proporre una proroga della convenzione, che scadra’ nel 2014, per arrivare nel 2016 alla scadenza contemporanea di convenzione e concessione. Quanto infine al dibattito su privatizzazione e concessione, Catricala’ ha detto di voler fare chiarezza a proposito della propria posizione. “Privatizzazione e concessione – ha ricordato – sono legate da un unico filo, non possono essere realizzate senza l’intervento del Parlamento. Togliamoci dunque l’incubo di un decreto legge su queste materie – ha concluso – perche’ non ci sara'”.
Piu’ indipendenza e pluralismo, una maggior ricchezza nell’offerta editoriale, aggiornamento tecnologico e conti in ordine. Sono gli elementi fondamentali sui quali la Rai, in vista del rinnovo della concessione, dovrebbe lavorare secondo il suo direttore generale, Luigi Gubitosi intervenuto al convegno. Gubitosi sottolineato come l’azienda “debba cercare di rendersi piu’ credibile come destinataria del rinnovo della concessione”. Un tentativo che deve passare sicuramente dall’impegno a una maggiore indipendenza perche’, ha constatato Gubitosi, “molti dei nostri problemi vengono dal fatto che alcune persone si sono abituate a non essere indipendenti o a non esserlo quanto dovrebbero”. Quanto all’aggiornamento tecnologico, il dg ha sostenuto che “la Rai non puo’ piu’ essere ‘radio televisione’ ma deve diventare una media company. I conti, infine, devono essere in ordine perche’ gestendo denaro pubblico abbiamo l’obbligo dell’efficienza”. Gubitosi ha poi annunciato l’intenzione di organizzare un ampio convegno, il prossimo autunno, che sia un momento di confronto per definire il futuro e la futura identita’ della Rai e che rappresenti un primo passaggio di una consultazione pubblica come quella proposta anche dal vice ministro Catricala’. “Spero – ha concluso – che si arrivi presto al contratto di servizio perche’ non e’ mai facile operare in assenza di contratto”.