RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO da Nino Ippolito (ufficio stampa di Vittorio Sgarbi) replica di Vittorio Sgarbi all’articolo di Rino Giacalone dal titolo «Da “Mafiopoli” a “Gommopoli”. La mafia trapanese nell’era di Matteo Messina Denaro», pubblicato sul sito di Articolo21 il 17 giugno del 2013.
Pubblichiamo di seguito anche la risposta dell’autore.
Vittorio Sgarbi chiede di replicare quanto segue:
«Sarebbe forse opportuno, rispetto al fraintendimento costante delle mie affermazioni da parte di Oliviero Toscani, come di alcuni giornalisti – e tra questi Giacalone – chiarire che non ho mai negato l’esistenza della mafia. Ho semplicemente riferito, nel modo più limpido e onesto, del mio lavoro di sindaco di Salemi, dove ho vissuto una esperienza politica senza alcun condizionamento mafioso.
Il resto è letteratura, pettegolezzo e cattivo giornalismo. Infatti, nonostante il continuo riferimento alla figura di Giuseppe Giammarinaro, la mafia oggi a Salemi non è stata ancora trovata. Aspetto ancora che mi siano indicati i mafiosi che avrebbero «infiltrato» la mia amministrazione.
Contestualmente ho indicato, per primo, energicamente e nel totale silenzio dei cosiddetti «professionisti dell’antimafia», gli interessi della mafia nell’eolico (quando tutti tacevano o facevano finta di non vedere), negati o ignorati dai Toscani e dai «giornalisti antimafia».
E ciò mentre aziende dell’eolico e del fotovoltaico sponsorizzavo iniziative dappertutto, anche istituzionali, e compravano pagine e pagine di pubblicità su quotidiani regionali e nazionali.
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La risposta di Rino Giacalone:
Lo scioglimento per inquinamento mafioso del Comune di Salemi è un fatto sancito non dai giornalisti che vedono la mafia ovunque ma da un decreto firmato dal presidente della Repubblica che ha fatto proprio il provvedimento sottoscritto dal ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri. Sotto giuramento in Tribunale il teste Oliviero Toscani ha raccontato della presenza alle riunioni della Giunta del sindaco Sgarbi del sig. Giuseppe “Pino” Giammarinaro che non aveva titolo. Sgarbi si sbaglia sulla mancata denuncia giornalistica sulle infiltrazioni della mafia o di colletti bianchi vicini a Cosa nostra nel campo dell’eolico, basta consultare gli archivi giornalistici e scoprire che prima ancora che lui divenisse sindaco di Salemi, inchieste giornalistiche a livello nazionale avevano indicato lo sfruttamento da parte della mafia di risorse pubbliche per collocare in giro pale eoliche che peraltro in Sicilia potevano solo stare ferme. L’indagine che portò a una serie di arresti per imprenditori invischiati con la mafia e che sfruttavano i fondi pubblici per le fonti energetiche “verdi” era scattata ancora prima che lui arrivasse a Salemi, basta consultare le carte giudiziarie per rendersene conto. Lui ha denunciato la mafia nell’eolico? L’unica sua denuncia fu presentata da lui stesso alla Procura di Marsala per una presunta violazione del dettato costituzionale sulla tutela ambientale. Una denuncia importante e che si condividere ma non era una denuncia contro la mafia. Gli ordini presi da Giammarinaro: ricordo di avere letto una intercettazione dove si sanciva che un terreno confiscato ad un mafioso per ordine di Giammarinaro “non doveva andare a quelli di Libera”. Sgarbi poteva essere davvero una risorsa importante per Salemi e la provincia di Trapani, lui ha preferito andare via lasciando un Comune stritolato da una serie di debiti fuori bilancio, e si dice a Salemi anche provocato una incredibile serie di separazioni e divorzi. Peraltro ancora si attende di sapere che esito hanno avuto i suoi annunciati ricorsi contro questore, dirigenti di polizia, prefetto, ministro.