Vincenzo Barbagallo ha pubblicato su TRA e Repubblica Tv l’intervista a un elettore di Aci Sant’Antonio che ha ricevuto offerte di denaro da un candidato
Vincenzo Barbagallo, cronista dell’emittente locale TRA e collaboratore di “Repubblica Tv”, è stato aggredito e inseguito, giovedì 13 giugno, ad Acireale (Catania) da uno sconosciuto a bordo di una moto. “Non nascondo di avere paura”, ha detto il video reporter a Ossigeno, ricostruendo l’aggressione.
L’aggessore ha sferrato pugni e calci contro l’auto del cronista e lo ha inseguito fino ad Aci Sant’Antonio, il vicino paese in cui vive. L’inseguitore indossava un casco integrale che gli nascondeva il volto. Per sfuggirgli, Barbagallo si è dato alla fuga e si è rifugiato presso la stazione dei Carabinieri dove ha presentato una formale denuncia contro ignoti.
Barbagallo è un giornalista in formazione. Già in passato i suoi video hanno suscitato proteste e reazioni fuori misura.
Questa aggressione si è verificato dopo l’ondata di risentite proteste che ha accolto, il 4 giugno scorso, la diffusione su TRA e sul sito di Repubblica TV di una video intervista a un elettore che racconta di essere stato avvicinato da un candidato al consiglio comunale di Aci Sant’Antonio (Catania) che gli ha proposto di comprare il suo voto e quello dei suoi familiari.
Con il volto nascosto e la voce distorta, resa irriconoscibile, l’anonimo racconta a Barbagallo che, durante la campagna elettorale per le elezioni comunali di Aci Sant’Antonio, un candidato di una lista civica ha chiesto a lui e ai suoi famigliari di votarlo in cambio di 25 euro per ogni voto dato.
Io e i miei familiari, dice l’anonimo, abbiamo rifiutato ma mi risulta che invece altri hanno accettato e qualcuno si è accontentato di dieci euro.
Benché non riveli chi sia il compratore di voti, il video-denuncia ha fatto scalpore. Forte è stata l’irritazione di vari candidati, che hanno protestato con il cronista. Alcuni hanno reagito parlandone nei comizi elettorali, per negare qualsiasi coinvolgimento e per accusare Barbagallo di diffondere falsità.
Invece il Codacons ha raccolto la denuncia e, tramite l’avvocato penalista, Carmelo Sardella, ha depositato alla Procura di Catania un esposto, in cui ipotizza il reato di voto di scambio e lo scambio elettorale politico mafioso. Leggi
“Quel giorno, come ogni giorno – racconta Barbagallo – , sono uscito alle 15 dalla redazione dell’emittente televisiva TRA, per cui lavoro. Sono andato al parcheggio “Cappuccini” a riprendere la mia auto e mi preparavo a mettere in moto quando si è affiancato un uomo a bordo di una moto che, senza proferire parola, ha cominciato a sferrare pugni contro il mio finestrino e calci contro lo sportello. Sono riuscito a mettere in moto e mi sono allontanato. Ma un centinaio di metri più avanti quella moto mi ha sbarrato la strada. Ho aggirato l’ostacolo e sono ripartito. Ho fatto la ginkana per le vie di Acireale finché ho seminato la moto. Appena arrivato ad Aci Sant’Antonio sono andato alla Caserma dei Carabinieri e ho raccontato l’accaduto”.
Barbagallo esclude di poter riconoscere l’aggressore perché il suo volto era nascosto dal casco integrale.
Ossigeno si è già occupato di Vincenzo Barbagallo ad agosto del 2012, quando è stato querelato per diffamazione a mezzo stampa dal Comando della polizia municipale del Comune di Aci Sant’Antonio per avere pubblicato un video nel quale si vede un vigile urbano in divisa che preleva buste della spesa dall’auto di servizio e le consegna a un’abitazione privata.
Barbagallo aveva assistito casualmente alla scena e una decina di giorni dopo, aveva deciso di pubblicare la registrazione video per sollecitare gli amministratori comunali a fornire una spiegazione. Il video reporter fu accusato di violazione della privacy nonostante avesse omesso il nome del vigile ed oscurato il suo volto. Il video fu pubblicato online su Sudpress.