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Quando la storia politica è fatta con i se: se condannano Berlusconi…

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Se condannano Berlusconi il governo non cade, perché Lui è uno Statista. Se condannano Berlusconi il governo non cade, perché Lui è un politico responsabile. Se condannano Berlusconi il governo non so, ma Lui più che altro è colpevole. Se condannano Berlusconi Michaela Biancofiore minaccia sfracelli, come se non fosse già abbastanza lei al governo. Se condannano Berlusconi Daniela Santanché farà fuoco e fiamme, in un rarissimo, eccezionale empito di moderazione. Se condannano Berlusconi non azzardiamo analogie col finale del Caimano: certe scene zuccherose ed edificanti si vedono solo al cinema. Se condannano Berlusconi al processo Ruby è l’ennesimo caso di doppiopesismo giudiziario: Lui condannato e Mubarak impunito. Se condannano Berlusconi per i diritti tv è uno scandalo inaudito, vergognoso, inconcepibile, e non c’entra nulla il conflitto di interessi, parola delle reti Mediaset in coro. Se condannano Berlusconi per l’intercettazione di Fassino, come l’hanno condannato, l’Italia si rivela un paese illiberale, dove un politico liberale non è libero di ascoltare conversazioni telefoniche di un avversario, liberamente trafugate e portate a domicilio da un tipo spregiudicato, da pubblicare poi in libertà sul giornale di famiglia per inguaiare liberamente quell’avversario. Se condannano Berlusconi per la suddetta intercettazione, mi sovviene che Lui aveva anche visto in anteprima, o almeno saputo prima di tutti, del video di Marrazzo con un transessuale, però agli atti non risulta che avesse anche ascoltato in esclusiva un sonoro scottante di Bersani che diceva a Crozza “Allora, lo smacchiamo il giaguaro?”, e gustato in solitaria un filmato hot di Vasco Errani che fa la morale ad un evasore fiscale: difatti il Giornale non è uscito in edizione straordinaria.

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