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“E’ uno di quei giorni che…” Intervista a Federica Gentile

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Cinque avvenimenti che hanno cambiato la storia d’Italia. E non solo. L’attentato di Piazza Fontana, il referendum sul Divorzio, l’assassinio di John Kennedy, la storica finale dell’82 Italia–Germania ai Mondiali di calcio in Spagna, il rapimento di Aldo Moro. Sono i temi del programma “E’ uno di quei giorni che”, in seconda serata su Rai3. Tre conduttori:  Federica Gentile (nella foto), Massimo Bernardini e Mario Lavezzi. Ne parliamo con la conduttrice, in Rai dal 1989, prima come presentatrice e autrice radiofonica, e successivamente in tv.

Un trio anomalo…
Sì, ma che sta funzionando molto bene. Siamo una bella squadra affiatata. Ognuno con le sue caratteristiche ma nessuno calpesta l’altro; siamo perfettamente in sintonia e ci integriamo positivamente.

Cinque giornate che hanno cambiato la storia del Novecento.
Cinque su potenziali infinite. Abbiamo scelto queste ma le opzioni erano ovviamente moltissime. E speriamo un domani magari di poterne raccontare delle altre.

Avete scelto un taglio diverso per raccontare queste date storiche…
Non volevamo fare delle inchieste ma cercare di capire chi eravamo quel giorno, chi erano gli italiani, qual era la società con la quale ci confrontavamo, quali le nostre passioni culturali: cosa ascoltavamo, cosa vedevamo in tv, al cinema o a teatro . Una giornata analizzata da mattina a sera. La “micro” storia che incontra la “macro”. Le piccole storie della quotidianità che incontrano la Storia con S maiuscola che in qualche modo cambia il futuro del paese. Eventi raccontati e sviscerati mille volte e per i quali si sono cercate le risposte. Noi non volevamo dare risposte ma fotografare i ricordi che ognuno ha di quella giornata.

Certe date non si dimenticano e neanche le sensazioni provate…
Ogni generazione ha ricordi diversi. Io nel ’63 (l’anno dell’assassinio di Kennedy, ndr) non ero ancora nata. Ma dell’82 e del 78 ho dei ricordi vivi. Venerdì prossimo la puntata sarà su Aldo Moro: io avevo 9 anni, ho i ricordi di una bambina che frequentava la quarta elementare. La mia scuola era in linea d’aria a poche centinaia di metri da via Fani.

Il titolo “E’ uno di quei giorni che” rimanda a una nota bella canzone portata alla ribalta da Ornella Vanoni. La musica è una chiave portante del programma…
Sì, ed è anche una sfida perché passare dalle storie alla canzone non è così comune; ma la musica è la colonna sonora della nostra vita perché ti fa tornare alla mente emozioni legate a determinate giornate; perché era la musica che ascoltavi quel giorno, e che ti rimanda a un’immagine, un fotogramma, una sensazione. La musica è un veicolo importantissimo.

Musica e cinema legati ad eventi storici. Servono linguaggi nuovi nella tv?
Penso che l’offerta televisiva, a partire dal servizio pubblico sia abbastanza variegata. E’ ovvio che nell’epoca del web, fruito a velocità impressionanti, quella della tv debba essere una corsa continua. Per questo non bisogna mai fermarsi e dare nulla per scontato. Se non rinnovi, soccombi.


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