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Giornalismo che non sa informare, cronache da Piazza San Giovanni

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Il giornalismo è un’ altra cosa. Ci conferma in questo nostro giudizio una mezza giornata vissuta nello spazio riservato alla stampa a Piazza San Giovanni nel corso della manifestazione con cui Ignazio Marino, candidato del centrosinistra al Comune di Roma ha chiuso la campagna elettorale. Prima di raccontare il film dei “ giornalisti all’opera” una premessa.Grillo non perde occasione di attaccare questo o quello o quello, addirittura ha redatto una lista nera perché parlerebbero male di lui e di 5 Stelle. Davvero ingrato, stampa, televisioni, radio, gli  dedicano grandi spazi. Lui rifiuta il confronto con chicchessia, vuole tutto essere solo, non dover rispondere ad alcuna domanda. La scena deve essere per lui.

Attacchi isterici  di Grillo alla libertà di stampa

Se poi qualcuno, ogni tanto, lo critica potrebbe elegantemente sorvolare, Ma lui l’eleganza non sa dove stia di casa, sempre più ricorre ad immagini volgari, da gran guignol.mortifere  Singolare poi che faccia finta di difendere la libertà di stampa uno che mette il bavaglio a deputati ( ci scusiamo, cittadini nel linguaggio grilleschiano) e senatori, li fa accompagnare da “ badanti”( ci scusino le badanti, lavoratrici molto importanti,utili alla società) nel caso in cui vengano intervistati da giornalisti. Per maggior sicurezza, con la scusa di registrare le interviste, li rinchiude in una stanza,  li fa prigionieri,sorvegliati speciali. Perché questa lunga premessa? La ragione è semplice, non vogliamo confonderci con gli attacchi isterici di Grillo ai giornalisti. Sempre più ci convinciamo che il problema vero è un altro anche se non si può negare che  esistano “ maggiordomi”, gente che stende i tappetini dei  piedi dei potenti, chi è iscritto a libro paga di questo o quel padrone, usiamo volutamente questa parola perché non meritano il titolo  di editori. Il conflitto di interessi non è problema che riguarda solo Berlusconi anche se lui, in questo campo, è un campione. Il problema vero è che il giornalismo, salvo casi certo importanti e significativi, non riesce più a fare informazione on modo tale che il lettore o chi guarda e ascolta possa dare una valutazione di ciò che gli racconti.  La notizia non nasce a caso. Ha un punto di partenza e uno di arrivo. Se il primo è sballato non c’è niente da fare. Non solo se a quanto vedi o ascolti anteponi il giudizio tuo,o meglio, la visione che il giornale vuole offrire di quanto avviene in campo economico, sociale e via dicendo, l’informazione, la conoscenza diventa un optional. Grillo non incorre in questo, lui viene dato in diretta.

I giornalisti in erba con telefonini , microfonini e telecamere

Da Piazza San Giovanni dove si svolgeva la manifestazione  con Ignazio Marino, gruppetti di giovani, ragazze in particolare, con telefoni, microfonici o qualcosa di simile, alcuni con telecamere, stavano in agguato, la caccia al politico per strappargli qualche battuta. Domande a senso unico per dimostrare quello che i loro giornali stanno proponendo da giorni, il distacco fra Marino e il Pd. Arriva Zingaretti, presidente della Regione. Circondato, fa le domande una giovanissima. A senso unico, il distacco del Pd., Domanda: anche se fosse vero la giornalista in fieri pensa che Zingaretti rispondesse, sì è vero, Marino non ci è mai piaciuto. Ma questo non importa. Arriva Epifani, il neo segretario del Pd, la domanda è la solita. Perché non ci sono i dirigenti del partito?  Risponde parlando della campagna elettorale a Roma, del rapporto fra Marino e la società civile, del ruolo di un partito e di quello di un candidato sindaco, ricorda altre campagne elettorali, da Milano a Genova a Napoli, a Cagliari, rammenta che Marino ha vinto le primarie e che di dirigenti ne ha visti molti.. A chi gli dice che la piazza è vuota risponde che i voti si contano dopo. Niente da fare . L’Uffington post, l’on lime della Annunziata è lapidario: “ ormai il Pd ha abbandonato Marino” Ora noi qualche dirigente del Pd, dei partiti della coalizione di centrosinistra lo conosciamo.  Ce ne erano molti, addirittura un candidato a segretario del partito come Gianni Cuperlo o uno come Gentiloni che ha concorso sia alle primarie per presidente del Consiglio che a quelle per il sindaco di Roma, insieme a Sassoli, molti altri da Meta a Vita, e poi quelli dei Verdi, di Sel, dei socialisti. In realtà per questi giornalisti in erba, dirigenti sono solo persone come D’Alema e Veltroni, come gli insegnano direttori o capo redattori che quando li mandano in giro vogliamo che li riportino notizie o meglio scoop sui quali fare il titolo.

Precari allo sbaraglio, non possono sgarrare

Non è colpa loro, sono precari allo sbaraglio, non possono sgarrare. Per esempio potevano fare un giro fra gli stand allestiti dai Circoli dei Municipi. Cercar di capire cosa è questo “ popolo” della sinistra, la militanza, le delusioni, la rabbia, la voglia di cambiare il Pd, stando dentro, facendo campagna elettorale per vincere a Roma. Ma  ai giornalisti nin erba questo non interessa. Si riuniscono fra loro, confrontano gli appunti, li “unificano “. Poi si attaccano al telefonino e passano le notizie in redazione.  E lì avviene il confronto su quanta gente  si trova nelle diverse piazze. Fanno il confronto e non hanno dubbi. C’era poca gente, comunque  stando ai numeri ha vinto Grillo il quale ha gridato che in piazza erano 50 mila. Il giornalista al seguito non ci crede e parla di 5-10 mila, per Berlusconi si parla di 5000 e per Marchini di 3000. Per Marino si fa prsente che gli organizzatori non danno cifre ma  la piazza è riempita solo per metà. Allora non sarebbe Grillo il vincitore. Al giornalista in erba il suo direttore o caporedattore dovrebbe fornire alcune cifre fra cui quella relativa alla capienza di Piazza San Giovanni: 256 m. Davanti alla Basilica dove viene allestito il palco ce ne stanno 128 mila. La metà sarebbe oltre 60 mila. Marino ringrazia.


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