Paolo Ribichini su “Diritto di critica”, riferendo le parole del sen. Fioroni (Pd), aveva criticato la gestione dei finanziamenti pubblici ai parlamentari 5 stelle
BOLOGNA – Anche le piccolissime testate possono finire al centro di polveroni digitali ed essere travolte da critiche immotivate e accuse di diffamazione diffuse sul web. Il clima è descritto dal caso della testata online “Diritto di Critica”, che per evitare rogne ha preferito cancellare un articolo che considera corretto, nel quale ha criticato la gestione dei fondi pubblici per la comunicazione assegnati ai gruppi parlamentari del Movimento 5 Stelle, ma per il quale il blog beppegrillo.it, incitato da vari fan, aveva minacciato querela. I giornalisti si consideravano nel giusto, ma non avevano i mezzi per difendersi in Tribunale.
Gli esponenti 5 Stelle non hanno chiesto rettifiche né smentite. Hanno reagito contrapponendo la loro versione e sul sito del Movimento. “I soldi dei finanziamenti pubblici ai parlamentari non sono gestiti da Beppe Grillo e non sono usati per finanziare il suo blog”, ha replicato il blog di Beppe Grillo, con un post minaccioso intitolato ”La calunnia e’ un venticello”,’ pubblicato il 13 maggio alle 13.49. “Chi lo afferma – proseguiva il testo – sarà querelato a iniziare dal sito Diritto di Critica che ospita un articolo con questo titolo: “La comunicazione 5 Stelle? La gestisce Grillo, soldi compresi. Metà dei finanziamenti ai gruppi parlamentari finirebbe nelle mani del comico genovese, che ne utilizzerebbe – direttamente o meno – una parte per finanziare il proprio blog’. Scritto da Paolo Ribichini il 13 maggio 2013 in Politica.”
“Forse sono stato un po’ frettoloso nel sottotitolo. Fatto è – commenta ora il giornalista Ribichini – che dal momento in cui l’articolo è stato pubblicato è arrivata una massa di commenti. In pochi minuti è montato tutto. A un certo punto, qualche utente ha cominciato ad invocare la querela contro di noi, un altro ha scritto che avevano già fatto il dossier con dentro questo articolo e l’avevano mandato a chi di dovere… Io seguivo i commenti in diretta. A un certo punto ho visto che hanno scritto: ecco, vi siete beccati la querela. Sono andato a vedere il sito di Grillo e ho visto il post con il mio nome”.
“Diritto di Critica” è una testata online pubblicata dalla cooperativa 4Media. E’ molto attiva sui social network (a seguirla su Facebook sono oltre 38 mila) ed è spesso ripresa nelle pagine vicine o appartenenti alla galassia grillina.
“Abbiamo dato immediatamente la possibilità di replicare. Poi – ha raccontato il giornalista – ho cercato Claudio Messora (il blogger che coordina la comunicazione del Movimento per il Senato ndr) con cui ho un contatto diretto, ma lui non mi ha risposto. Nel frattempo mi sono consultato con un amico avvocato che mi ha consigliato di mettere offline l’articolo. Dopo un rapido consulto con il direttore responsabile l’abbiamo tolto: nel caso in cui dovesse essere ritenuto diffamatorio, avremmo così ridotto l’esposizione. Il paradosso è che l’articolo, è poi stato pubblicato in pdf dallo stesso blog di Grillo”.
Da quel momento in poi, sono arrivati al giornalista decine di messaggi sui social network. “Mi dicevano, ti sei rovinato con le tue mani. Mi chiedevano perché, se pensavo di non aver sbagliato, avessi rimosso l’articolo. Io ho provato ad argomentare che non davo del ladro a Grillo o dicevo che era un mafioso. Il giorno prima, altri articoli raccontavano la stessa cosa. Sinceramente ti senti accerchiato”.
Come ulteriore tutela, nella prima pagina del sito, è stata pubblicata la precisazione apparsa sul blog beppegrillo.it. Tanta cautela, ha spiegato Ribichini, è stata dettata più che dal contenuto dell’articolo – nel quale si fa riferimento ad una richiesta del senatore del Partito Democratico, Beppe Fioroni, circa l’utilizzo dei fondi per la comunicazione da parte del Movimento, annunciata prima alla trasmissione Omnibus su La7 e poi tradotta in una lettera al presidente della Camera Boldrini – dal fatto che Ribichini non gode di tutela legale per il suo lavoro: “Io non ho assicurazioni per quello che scrivo. Non è tanto l’aspetto penale che mi preoccupa. Ma quello civile. Anche una richiesta piccola potrebbe mettermi in difficoltà. Se hai i soldi te ne freghi, se sei precario non scrivi più. E quindi non scriverò più di Grillo”.