All’ex parlamentare Angela Napoli da pochi giorni è stata revocata la scorta. Contro tale provvedimento si sono attivate diverse associazioni, tra cui Libera di don Ciotti, che in terra di Calabria, in particolare nella provincia di Reggio, da anni combattono la ‘ndrangheta. E l’onorevole Napoli questa guerra l’ha combattuta attraverso tante battaglie, sempre in prima linea, in Parlamento e nella commissione antimafia, tale da essere stata più volte “attenzionata” da componenti delle cosche calabresi. L’ultima volta lo scorso gennaio, quando il boss Mancuso in una intercettazione l’accusava di essere stata la responsabile della condanna ad otto anni di carcere subita.
Onorevole Napoli quali sono state le motivazioni di questa revocata?
“Semplici valutazioni fatte dal coordinamento provinciale delle forze di polizia in merito al rischio per la mia persona. Ammesso che le abbiano fatte davvero queste valutazioni. Credo che abbiano preso questa decisione solo ed esclusivamente per dare esecuzione a delle circolari ministeriali che comunque andrebbero valutate ed adottate caso per caso, non è un problema di spesa pubblica nel mio caso”.
Lei pensa possa esserci qualche altra cosa dietro?
“Ho un pensiero che non credo si discosti dalla realtà. Penso sia stato fatto di tutto per mettermi a tacere, per farmi smettere con le battaglie contro la criminalità organizzata e contro le sue collusioni. Forse ritenevano che non essendo più parlamentare mi sarei fermata. Cosa che non ho fatto assolutamente perché ho messo su l’associazione “Risveglio Ideale” con la quale sto continuando a muovermi e a svolgere la mia attività, come la svolgevo da parlamentare. Credo ci sia stato l’intendimento proprio di tapparmi la bocca, non vedo altra motivazione. Certo che se penso che solo nel gennaio di quest’anno è venuto fuori dall’inchiesta “Purgatorio” che il boss Mancuso attribuisce a me la condanna subita a otto anni di carcere ed un suo sodale che diceva di stare tranquillo che tanto mi avrebbero fatta fuori, intercettazione che allertò le scorte di Roma e Reggio, mi sembra davvero assurdo, a distanza di tre mesi, che non si valuti il pericolo ed il rischio cui vado incontro quotidianamente”.
Ha ricevuto solidarietà dal mondo della politica?
“Dal mondo della politica di sinistra, dal movimento Cinque Stelle, dal magistrato Ingroia, da varie associazioni quasi tutte di sinistra. Il centro destra è rimasto muto”.
Nella sua regione, la Calabria, che clima c’è per quanto riguarda la lotta alla criminalità organizzata?
“Va dato atto che c’è la lotta da parte di magistrati coraggiosi, forze dell’ordine e alcune associazioni, ma la politica è completamente ferma, perché pezzi della politica in Calabria convivono con la ndrangheta. Fanno affari insieme, quindi è chiaro che per loro, la lotta alla mafia è una lotta fatta semplicemente di parole”.
Tra i cittadini calabresi c’è una reazione contro la criminalità organizzata? In quanto poi sono loro a subirne il peso.
“C’è, ma è ancora scarsa. In Calabria purtroppo non si registra la stessa reazione che si registrò in Sicilia all’indomani delle stragi del ‘92. Qualcosa però si sta muovendo. C’è da dire che in questa regione molte persone per anni hanno vissuto di assistenzialismo e di clientelismo. Un sistema corrotto, di malaffare, fa comodo a molti per cui diventa anche difficile reagire. Però dei segnali incominciano ad esserci”.
Come vive le sue giornate?
“Prima ero costantemente in giro per l’attività parlamentare, presentazioni di libri, convegni, adesso sono un po’ bloccata, perché la preoccupazione c’è e quindi non so ancora come riuscire ad organizzarmi. Io ho indirizzato una lettera al Prefetto elencando tutte le mie situazioni di rischio, chiedendo la rivisitazione del provvedimento assunto. Quindi sono ancora fiduciosa, anche alla luce dei tanti attestati di solidarietà che stanno arrivando. Se poi non dovessero tornare indietro l’organizzazione della mia vita, per non chiudermi e per non lasciare che tutto il lavoro svolto da vent’anni a questa parte vada disperso, andrà davvero rivisitata e vedrò quello che riuscirò a fare”.