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IGNAZIO MARINO: “Roma città dei diritti sarà anche la città del diritto-dovere all’informazione”

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“La libertà di informazione, sancita dalla Costituzione, è uno dei pilastri della democrazia ed è un diritto fondamentale del nostro paese. So bene che in Italia e nel mondo molti operatori della comunicazione hanno perso la vita per difendere questo diritto, da Beppe Alfano a Carlo Casalegno, da Walter Tobagi a Miran Hrovatin da Giovanni Spampinato a Ilaria Alpi”… “Roma città dei diritti sarà anche la città del diritto-dovere all’informazione, a un’informazione completa, corretta e rispettosa delle persone”. Così Ignazio Marino candidato sindaco del centro sinistra al Comune di Roma.

Oggi hai firmato davanti a un notaio il patto per la trasparenza. Quanto è importante l’informazione nel tuo programma?
Informazione per me vuol dire innanzitutto informare i cittadini, cambiare decisamente rotta nella gestione dell’amministrazione rendendo trasparente e pubblico ogni nostro atto. In questi anni la giunta Alemanno ha allontanato sempre più i cittadini dalla gestione della cosa pubblica. Noi vogliamo una pubblica amministrazione efficiente e trasparente che, grazie alle tecnologie digitali, realizzi la piena accessibilità di atti e documenti pubblici. Per questo renderemo pubblici e verificabili online gli obiettivi assegnati a ciascun capo. I cittadini potranno vedere come l’Amministrazione di Roma organizza i propri obiettivi assegnandoli a ciascun dirigente e quali risultati ciascuno di essi ha conseguito. Saranno on line anche curricula e le retribuzioni, in particolare dei collaboratori esterni, rendendo pubblici gli atti di incarico e le motivazioni della loro chiamata, così come sarà rendicontata e specificata qualsiasi spesa, anche la più piccola, riconducibile al funzionamento del Sindaco, della Giunta e del Consiglio di Roma Capitale.
Roma Capitale deve diventare capitale della trasparenza. Ai cittadini va restituito il diritto al controllo. Per questo realizzeremo un sistema di controllo permanente da parte dei cittadini stessi su qualità, efficacia e rendimento dei singoli servizi. Per questo ho firmato pubblicamente un patto con i cittadini in cui mi impegno da sindaco a garantire piena chiarezza sulle spese di giunta, consiglio comunale e consigli municipali e piena accessibilità del bilancio comunale, anche attraverso un’applicazione digitale OpenBilancio; a fare una centrale unica degli acquisti e a pubblicare le spese su consulenti e fornitori; a pubblicare tutti i bandi di concorso secondo standard internazionali; a mettere in campo strumenti come i referendum on line, le giornate della trasparenza e le assemblee della partecipazione nei municipi per decidere assieme le priorità per il futuro di Roma.

Nel tuo programma parli di città dei diritti e della memoria. C’è posto anche per il diritto all’informazione libera?
La libertà di informazione, sancita dalla Costituzione, è uno dei pilastri della democrazia ed è un diritto fondamentale del nostro paese. So bene che in Italia e nel mondo molti operatori della comunicazione hanno perso la vita per difendere questo diritto, da Beppe Alfano a Carlo Casalegno, da Walter Tobagi a Miran Hrovatin da Giovanni Spampinato a Ilaria Alpi. L’Associazione Ossigeno Informazione lavora per tenere viva la memoria di chi ha pagato con la vita e per garantire appoggio e sicurezza a chi continua a rischiare per fare il proprio lavoro.
Roma città dei diritti sarà anche la città del diritto-dovere all’informazione, a un’informazione completa, corretta e rispettosa delle persone. Nei miei anni trascorsi all’estero ho potuto vedere e apprezzare l’importanza di un sistema dell’informazione ‘’cane da guardia’’ del potere. Ho parlato prima del controllo permanente dei cittadini sul nostro lavoro. Siamo pronti a un confronto sempre aperto anche con il mondo dei media e della comunicazione.

Cosa pensi dell’istituzione di una Casa dell’informazione?
Vogliamo favorire il confronto e la promozione della cultura nella città. Una Casa dell’informazione può rappresentare uno spazio di democrazia e di crescita aperto a tutti: agli operatori della comunicazione, ai fruitori,  ai giovani e alle scuole, alle donne, agli stranieri e ai nuovi italiani, a chi non trova spazio nei media per portare la propria voce. Roma non ha più da tempo neanche un circolo della stampa. La Casa dell’informazione potrebbe essere il passo in avanti per un’istituzione della città su un tema centrale per la vita democratica del Paese.

Possiamo pensare a Roma come capitale della produzione culturale  audiovisiva?
Roma ha le potenzialità per tornare a essere uno snodo centrale della produzione audiovisiva. È parte della storia di questa città ed è un mondo aperto ai giovani. Unisce lavoro e cultura, un binomio che troppo spesso è stato negato. Roma è un set naturale per la sua bellezza e la sua storia. Roma è un patrimonio dell’umanità e deve tornare ad attrarre investimenti internazionali, a sviluppare il turismo, a promuovere la sua ricchissima cultura. A Roma c’è Cinecittà e c’è anche la Rai con il suo centro di produzione tv. Dobbiamo ridare centralità a questo due eccellenze. Ho detto più volte che dobbiamo rilanciare il brand di Cinecittà. E poi ci sono i teatri, l’Auditorium, la scuola di musica popolare del Testaccio, esperienze come l’Orchestra di Piazza Vittorio, il teatro dell’Opera, i concerti.
Da questo punto di vista Roma potrebbe diventare un laboratorio per la produzione culturale in tutte le sue espressioni. Perché la cultura produce sviluppo e anche lavoro.


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