A Roma sul problema di Cinecittà si ragiona da molti anni e vorrei brevemente ricordare alcune delle ipotesi messe in campo, poiché sono convinto che senza la lotta e le proposte di alcuni di noi, questo importante complesso costruito dal Fascismo nel 1936 avrebbe avuto una destinazione tutta commerciale legata al mercato. Nel 1976 Il comune di Roma con variante al Piano regolatore del 18/06/76 approvato anche dalla Regione Lazio prevedeva l’area del vecchio Luce destinata all’80% della cubature ad attività produttive cinematografiche e il 20% ad attività commerciali.
La RAI agli inizi degli anni ottanta con il piano triennale di investimenti (1982/84) prevedeva la costruzione di un nuovo grande centro di produzione. TV Quindi con questa variante del 18/06/ 1976 il comune di Roma metteva le basi per dare la possibilità alla RAI di utilizzare questa area e dare cosi impulso ad una collaborazione tra cinema e televisione.
Per mantenere un polo pubblico della produzione audiovisive una parte della sinistra nel 1981 proponeva su Cinecittà
- Sostenere in modo chiaro la possibilità che si mantenga aperta la strada ad un intervento pubblico anche nella produzione di film
- Entrare nel merito dei progetti su Cinecittà
- La questione dell’Ente Cinema trasformarla in una scelta politica più generale inerente la qualità del rapporto tra cinema e televisione
Nel 1981 le proposte erano quelle di sostenere la collaborazione tra RAI e Cinecittà con alcuni vantaggi estremamente positivi, tra tutti quello di creare un polo pubblico di produzione dell’immaginario, ovvero:
- La possibilità di reale incremento produttivo in tutto il settore dell’audiovisivo
- Spostamento a Cinecittà di settori produttivi e amministrativi RAI Tv sparsi nel Nord della citta in circa 90 indirizzi con vantaggi produttivi organizzativi
- Incremento della produzione di film da realizzare a Cinecittà da parte della RAI lasciando a via Teulada l’informazione e la produzione leggera
- Mettere a disposizione delle sedi regionali RAI la possibilità di realizzare programmi per attuare il decentramento ideativo
- Incrementare la produzione tra il polo pubblico (RAI –Cinecittà) e i privati per poter vendere i prodotti culturali Italiani alle TV di tutto il mondo
- La possibilità di noleggiare i mezzi RAI ad alta tecnologia ai privati per produrre programmi con tecnologia innovativa
Le scelte poi sono state altre. La RAI ha comprato gli studi cinematografici sulla nomentana, il capannone sulla via Salaria per le Teche e la post produzione e ha costruito il Centro di Produzione a Saxa Rubra mantenendo anche gli studi di Via Teulada e la Direzione Generale a viale Mazzini. Una proposta della sinistra che non ha trovato una soluzione positiva.
Nel 2012 si è aperta un’ ennesima vertenza su Cinecittà in particolare, Cinecittà Studios, società privata che gestisce dal 1997 gli Stabilimenti, che ha presentato un progetto che in nessun modo appare utile al rilancio di Cinecittà. Un progetto che prevede la costruzione di un hotel e di un parcheggio sotterraneo. Due strutture che da sole – senza un progetto culturale alle spalle sono tanto inutili al rilancio quanto dissociate tra loro e dallo stabilimento di produzione di Cinecittà.
Chi più di altri si è speso su questa vertenza è stato Enzo De Camillis, che con un suo progetto discusso con tutti gli operatori e lavoratori del settore ha formulato alcune proposte partendo da alcune considerazioni.
L’industria del cinema e gli stabilimenti romani di Cinecittà sono un settore produttivo importante per l’intero paese, ma essenziale a Roma e nel Lazio dove si sviluppa l’80% dell’attività nazionale con 8.000 professionisti, 12.000 piccole e medie imprese artigianali con una filiera del settore che supera le 200.000 unità. Per questo la politica culturale ed economica della Capitale deve puntare al rilancio di questa risorsa, di produzione di contenuti multimediali, nonostante la crisi economica e anzi proprio per superarla, sull’esempio della Francia e della Germania.
Enzo De Camillis, per rilanciare gli stabilimenti di Cinecittà e tutta la filiera ha proposto:
– I teatri di Posa di Cinecittà possono essere usati per costruire le scenografie dei film e delle fiction con un accordo tra l’ANICA, RAI e Cinecittà Studios.§
– Cinecittà come sede permanente del Festival del Cinema Indipendente Europeo, luogo d’incontro di idee e di prodotti dell’Europa Unita. Questo Festival riconosciuto dai Paesi Membri, dove la giovane cultura del Vecchio Continente si confronta, si espone e si offre al mercato, integrato con il mercato televisivo Europeo.
– Cinecittà deve diventare una “CITTADELLA DELLA CREATIVITA”, la contaminazione tra le varie professioni, iniziando con gli uffici dedicati agli autori, scrittori e sceneggiatori, uffici per le Associazioni di Categorie dello spettacolo, alle redazioni dei giornali cinematografici e di spettacolo per pensare e realizzare nuovi e innovativi contenuti multimediali.
– Cinecittà deve mettere a disposizione le sue strutture per attività socioculturale e di sviluppo aprendo le porte alle attività formative e performative dello Spettacolo dal Vivo come il Teatro, la Danza e la Musica, ecc… organizzando spazi e servizi per tutta la cittadinanza.
– Cinecittà va restaurata e valorizzata dal punto di vista architettonico, per creare le premesse di questa nuova ricettività internazionale e di questo rilancio della nostra industria cinematografica.
– Allo scopo di potenziare il richiamo turistico, a Cinecittà va realizzato uno spazio espositivo che accolga e accompagni i visitatori (a partire dalle scuole, fino al turismo internazionale) alla scoperta della Città del Cinema.
Enzo De Camillis su queste ipotesi di lavoro culturale gli è stato proposto e ha accettato, la candidatura su la lista civica per Ignazio Marino, al primo municipio (Centro storico, Trastevere e in aggiunta il 13° Prati, piazza Mazzini, Clodio), per il candidato Presidente Sabrina Alfonsi, proprio per mantenere viva l’attenzione su Cinecittà un marchio italiano famoso nel mondo per la produzione Cinematografica. Il centro di Roma e la produzione di contenuti è da sempre, il biglietto da visita della nostra immagine all’estero. Ma non basta lo scenografo e regista che controcorrente si espone pubblicamente, ha altri punti importanti elencati nel suo programma: la rivalutazione della Tosap, la tassa sul suolo pubblico, promuovere con il cinema e la fiction i luoghi più belli e artistici della Capitale, Musei, monumenti, e piazze che ci danno nel tempo la promozione dell’immagine per un turismo internazionale. che sono il “nostro petrolio” la nostra risorsa economica. Mettere in rete, con banda larga, i teatri, cinema, biblioteche e librerie del centro storico per una divulgazione della cultura per i giovani e punti d’interesse artistico per i turisti.
Roma e l’Italia ha bisogno di un’industria di produzioni dell’immagine, dal cinema al teatro ai contenuti multimediali per tutte le piattaforme digitali, un modo diverso, moderno e culturale per creare lavoro non solo con le nuove tecnologie ma, riscoprendo ed incentivando quei mestieri con le botteghe artigianali che il centro di Roma ha come cultura della nostra città difendendo e promuovendo il Made in Italy.
Un progetto ambizioso ma entusiasmante per la città eterna: un imbocca a lupo al nostro amico Enzo De Camillis.