“Il ministro degli interni chieda scusa a Patrizia Aldrovandi che ha dovuto persino subire la contestazione di un gruppo di colleghi condannati per aver procurato, in seguito alle percosse, la morte del figlio Federico. Chiunque ovviamente ha il diritto di professare la sua innocenza e di rivendicare la tutela della onorabilità, ma qui siamo in presenza di una sentenza e comunque a nessuno può essere consentito, neppure “a sua insaputa”, di rivolgersi in quel modo ad una madre e a una famiglia che hanno già subito un gravissimo oltraggio”. Lo afferma in una nota il portavoce di Articolo21 Giuseppe Giulietti. “Ci auguriamo che tutti i media vogliano ridare memoria ad una brutta vicenda che fu anche segnata da bugie, documenti tariffati, indifferenza, intimidazioni, inviti al silenzio. Per queste ragioni abbiamo espresso la solidarietà di Articolo 21 e abbiamo invitato i nostri associati a recarsi a Ferrara a stringere la mano a Lei, agli amici di Federico e a quei cronisti che non accettarono di veline e bavagli. Ci auguriamo che la Rai voglia ritrasmettere il film di Filippo Vendemmiati “E’ stato morto un ragazzo” che tanto contribuì a rompere il muro di silenzio e di omertà che aveva circondato il caso Aldrovandi”.