Roma. “ Il libro rosso “ di Carl Gustav Jung e il “Palazzo Enciclopedico “ di Marino Auriti , sono i due cardini su cui è incentrata 55. Esposizione d’Arte Internazionale di Venezia, in calendario dal 1 giugno al 24 di novembre 2013 e diretta da Massimiliano Gioni. Non a caso “ Il libro rosso “ , opera dalla lunga gestazione , iniziata nel 1913 e proseguita fino 1930, sintesi del pensiero junghiano , sarà all’ingresso del Padiglione centrale dei Giardini di Venezia. . Come è noto , questo volume, impreziosito da illustrazioni dal gusto neomedievale, fu pubblicato, postumo, solo nel 2009.
Il Palazzo Enciclopedico o meglio la fotografia del suo progetto mai realizzato, sarà, invece, all’inizio del percorso all’Arsenale . Il libro di Jung rappresenta la quintessenza dell’immaginario interiore; il palazzo di Auriti, con la sua utopia di contenere tutte le invenzioni umane, è l’emblema di quel bombardamento di immagini esteriori che caratterizza l’attuale comunicazione a livello globale. Un’antinomia forse irrisolvibile, ma che rappresenta una sfida per il futuro. Per questo la prossima biennale , come è stata presentata dal presidente della Biennale, Paolo Baratta e dal direttore, Massimiliano Gioni, prima a Roma e poi in varie capitali europee e, infine, a New York , è una manifestazione “ di ricerca” come l’ha definita Baratta . Al punto che lo stesso Gioni rinuncia esplicitamente a rappresentare lo stato dell’arte, ritenendo impossibile che una mostra possa, allo stato attuale, dare il quadro della situazione. Altra è la finalità o l’ambizione: quella di ripercorre la storia dell’immaginario degli ultimi cento anni . Un taglio decisamente antropologico, per il quale non è necessario non solo essere giovani (anzi su 150 autori ben 44 sono defunti ) ma neppure, per definizione, artisti . Conta la rappresentazione. Che sia quella dell’ universo mitologico della comunità americana degli Shaker o degli sciamani dell’isole Salomone; o quella sacra della Genesi di Robert Crumb: o quella privata del proprio autoritratto, indipendentemente dall’età , come è il caso dell’ultraottantenne Marisa Merz e dell’ultra novantenne Maria Lassnig ( a dimostrazione, quest’ultima , che si può essere scoperti anche a tarda età ).
Altro tema il corpo : nella ritualità delle acconciature nigeriane ; nel feticismo delle bambole; nell’esplicita sessualità di una Carol Rama o nell’ossessione di Pier Paolo Pasolini, interpretata dall’artista statunitense Sharon Hayes. Anche il corpo nella sua contemporanea declinazione virtuale.
Finale a sorpresa affidato alla geometria rigorosa di Walter De Maria.
I numeri della mostra internazionale: 150 gli artisti di 37 diverse nazioni, prevalente la componente degli USA. Di rilievo la partecipazione femminile.
Una dozzina gli artisti italiani, noti e meno noti. Yuri Ancarani ; Enrico Baj; Gianfranco Baruchello ; Rossella Biscotti ( la più giovane, 1978); Roberto Cuoghi; Enrico David; Domenico Gnoli; Marisa Merz; Marco Paolini ( che farà delle performances alla Gaggiandre nei mesi di apertura della mostra ) ; Walter Pichler , Carol Rama e Angela Ricci Lucchi.
Per quanto riguarda, invece, le nazioni partecipanti, salgano a 88, con dieci esordienti . Il più importante è la Santa Sede ( top secret, per ora, gli artisti che vi partecipano, non necessariamente di fede cattolica); il più piccolo quello del Tuvalu , un minuscolo arcipelago di nove isolette, sperso nell’Oceano pacifico che rischia di sprofondare per i noti cambiamenti climatici. Come pure le ben più note isole delle Maldive, anch’esse alla loro prima biennale.
Il budget : intorno ai 13 milioni di euro. Gran parte a coprire i costi organizzativi dell’esposizione; 3 quelli ( di cui 900.000 messi dagli sponsor) destinati all’evento vero e proprio , comprensivi di spese di allestimento e compenso ai curatori ( non solo Gioni ).
Per pareggiare occorre eguagliare il numero di oltre 400.000 visitatori dell’edizione 2011.
Crisi economica permettendo.