La giornata del 12 aprile alla Sala della Lupa della Camera dei Deputati è stata memorabile. A trent’anni dall’uccisione di Pio La Torre e Rosario Di Salvo sono state assegnate ai loro eredi, dal Presidente della Repubblica, le medaglie d’oro alla memoria al valore civile e inaugurato l’Archivio digitale Pio La Torre che diventerà il Portale dell’antimafia dove raccogliere tutti gli atti processuali relativi alle stragi e ai delitti politici mafiosi del dopoguerra, da Viterbo a oggi. (Consultabile dai siti www.piolatorre.it e www.archiviopiolatorre.camera.it).
Finalmente alla presenza del Capo dello Stato, dei ministri degli interni e del lavoro, dei Presidenti della Camera, della Commissione Antimafia, della Fondazione della Camera e del Centro Studi Pio La Torre è stata sancita una memoria condivisa. Sia Gianfranco Fini, sia Giuseppe Pisanu, Fausto Bertinotti e me, così come gli interventi di Luigi Ciotti, Francesco Forgione, Pietro Grasso, Emanuele Macaluso, sono stati in sintonia per contenuto, non sovrapposti e soprattutto concordanti sulla natura dei delitti politicomafiosi, nati dall’insano intreccio politica, affari, mafia che ha condizionato la vita della Nazione sin dall’Unità. Nel 2012 dopo centocinquant’anni lo Stato va consolidando il riconoscimento storico e politico della vera natura antidemocratica, e non solo criminale, delle mafie. Un particolare merito va al Presidente della Repubblica al quale abbiamo voluto consegnare la tessera onoraria del Centro Studi Pio La Torre.
A questo punto, proponiamo che il 2012 non sia solo l’anno del trentennale di La Torre e Dalla Chiesa, del ventennale delle stragi di Capaci e Via D’Amelio e di tutti gli uomini delle loro scorte, ma anche l’anno dei funerali di Stato per Placido Rizzotto onde ricordare le altre quarantasei vittime di Sicilia caduti per la grande rivoluzione democratica rappresentata dal movimento per la riforma agraria nel Sud. Dopo il Risorgimento, l’epopea Garibaldina, i Fasci Siciliani repressi da Francesco Crispi, il grande movimento unitario per la terra ai contadini e per l’abolizione del latifondo feudale ha segnato una tappa vittoriosa della rivoluzione democratica e popolare che assieme alla Resistenza ha determinato la nascita della Repubblica e della moderna democrazia parlamentare. L’antimafia sociale è stato il filo maestro di questo processo storico riconosciuto implicitamente con la cerimonia del dodici scorso.
Lo Stato e la Politica facciano un altro passo avanti finanziando da quest’anno una rete di Case museo dell’Antimafia nei luoghi più significativi della memoria e intitolandoli agli uomini simbolo caduti nella lotta antimafia, da Andrea Raia, primo caduto, a Accursio Miraglia, Placido Rizzotto, Epifanio Li Puma, Pio La Torre, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Rocco Chinnici, Costa, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Rosario Livatino e tutti gli altri non citati. Si costruirebbe un percorso di didattica civile che rafforzerebbe la coscienza critica antimafiosa degli italiani. Per il Governo Monti sarebbe un modo di riempire un vuoto politico e istituzionale in modo tale che l’Archivio digitale La Torre e la rete delle case museo dell’antimafia possano essere i pilastri perché nessuno dimentichi e, soprattutto, passati gli anniversari, nessuno rimuova. In questa direzione andava l’appello rivolto, a nome del movimento antimafia, l’altro giorno al Parlamento e al Governo perché procedano subito a rafforzare la legislazione antimafia perseguendo i nuovi reati antimafia e la corruzione propri dell’economia globalizzata e della criminalità economica mafiosa sua propaggine, salvaguardando l’indipendenza della magistratura e potenziando gli strumenti d’investigazione e penali, dalle intercettazioni al concorso esterno, sino all’esclusione per legge dei rinviati a giudizio e dei condannati in primo grado da ogni lista di candidati e da ogni responsabilità in pubblici uffici.
Infine, l’Archivio digitale Pio La Torre è stato frutto di una collaborazione positiva tra enti privati, pubblici e rappresentanze istituzionali, sollecitata dal nostro Centro Studi; i funerali di Stato sono stati proposti da Articolo 21, prontamente sostenuti da tante associazioni e personalità, e raccolti dal Governo; ora sia accolta anche la proposta di finanziare le Case della memoria antimafia affinché tutti gli italiani onesti ritrovino un motivo in più di essere difensori della Repubblica e della Democrazia.