Spesso, i nostri pensieri vogliono cancellare dalla memoria momenti di dolore, di tristezza. Momenti che hanno segnato la nostra vita tanto da cambiare il nostro punto di vista con il mondo, spesso “rimuovendo” quel momento. Questo è il primo input che abbiamo per tenere a freno il nostro dolore poi, con il tempo abbiamo l’esigenza di ricordare, di raccontare cosa abbiamo vissuto, di raccontarlo a chi non sa perché quel vissuto, quella orribile esperienza non si ripeta. Perché quel ricordo accenda nei nostri animi una sensibilità, perché ci si chieda come possibile che sia successo, per dare quella spinta in più e farsi avanti dando voce a chi sfortunatamente non c’è più.
A quelle persone che, per un motivo o per un altro, si sono trovate davanti un qualcuno che ha deciso che la loro vita era finita e, senza scrupoli, ha puntato una pistola decidendo il silenzio eterno. Un silenzio vitale per tutti quei crimini assolti dal tempo, per poi cadere nel dimenticatoio. E’ con questa convinzione che decisi di raccontare la storia di Alessandro Caravillani, uno studente del Liceo Artistico con dei sogni e una vita intera per realizzarli. Una vita finita a 17anni per aver incontrato casualmente un commando dei NAR (Nucleo Armato Rivoluzionario) il 5 marzo del 1982.
Per questo cortometraggio, uscito al pubblico ad ottobre del 2011 presso l’Auditorium Parco della Musica in occasione del Roma Fiction Fest, il 22 dicembre dello stesso anno fui querelato da Francesca Mambro perché, a suo dire lesi la sua immagine.
Il 12 febbraio del 2012, il mio avvocato Enzo Sinopoli ritira il Decreto di Archiviazione da parte del Giudice Dott.ssa Elvira Tamburelli, che rimette in equilibrio i valori della memoria storica e la professionalità di un opera filmica, scrivendo: “L’opera d’arte – se ne differenzia per l’essenziale connotato della creazione, ossia di quella particolare capacità dell’artista di manipolare materiali, cose, fatti e persone per offrirli al fruitore in una visione trascendente gli stessi, tesa all’affermazione di ideali e di valori che possano trovare riscontro in una molteplicità di persone. Per raggiungere questo fine l’opera artistica si sviluppa attraverso toni a volte elegiaci, altre volte drammatici o comici, ed adopera gli strumenti della metafora, del paradosso, dell’iperbole; comunque, esagera nella descrizione della realtà tramite espressioni che l’amplificano, per eccesso o per difetto, per cogliere più efficacemente taluni aspetti ed il “messaggio” ideale o di valori che l’autore ha a cuore”.
Il 17 marzo c.m. grazie all’invito dell’amico giornalista Pino Nazio, il corto dal titolo “Uno Studente di Nome Alessandro” sarà proiettato presso il Teatro Golden durante l’evento “Emergenza Sicurezza a Roma” “Ripartiamo dalla legalità”, dove presidieranno nomi noti come il Sen. Piero Grasso, l’On. David Sassoli e tanti altri, mi riempie di gioia dimostrare quanto sia importante il cinema per ricordare con le immagine la storia.
E per non dimenticare Alessandro, la sua storia, un esempio da portare come testimonianza per ricordare tante altre storie di quel periodo buio che le nuove generazioni devono conoscere per cambiare il futuro del nostro Paese.