Cos’è una iniziativa dei cittadini europei? E’ la richiesta rivolta alla Commissione Europea perché produca un atto legislativo sulle materie di sua competenza. La proposta deve essere sostenuta da almeno un milione di persone in almeno 7 stati dell’Unione. Questo è il mezzo che tante organizzazioni in Europa hanno deciso di utilizzare sul tema del pluralismo dei media e che in Italia è sostenuto da un comitato promotore di cui fanno parte tutte le associazioni che da anni si battono contro la censura e i bavagli, contro l’omologazione e per una informazione libera. La Commissione Europea ha autorizzato la raccolta di firme. Al di là del formalismo legislativo se si adottassero le norme che proponiamo si interverrebbe su aspetti fondamentali come “disciplina delle proprietà e controllo dei mezzi di informazione a partire dai monopoli esistenti, indicazioni delle posizioni di governo o elettive in cui non si possono assumere posizioni di controllo sui media, piena indipendenza dei servizi pubblici e delle autorità di controllo”.
Regole comuni per tutti i paesi europei, sulla base delle quali i governi nazionali possono assumere normative specifiche, ma sotto le quali non si può andare. E’ evidente come questi argomenti riguardano l’Italia: da noi impera il conflitto d’interessi e i monopoli; la mancanza di norme antitrust e la concentrazione della raccolta pubblicitaria limitano la crescita del settore dell’informazione e durante questa crisi, hanno fortemente aumentato la chiusura di tante testate e la perdita di posti di lavoro, così come la Rai e l’autorità di controllo necessitano di cambiamenti profondi.
L’importanza della raccolta delle firme dunque è evidente, perché in tutta Europa il mercato dei mezzi di comunicazione subisce sempre di più la pressione della politica. Oggi il cittadino non sa e di fatto non può incidere sulle politiche dell’Unione: la crisi, la tecnocrazia, la debolezza o l’opportunismo dei governi nazionali, hanno fortemente ridimensionato il ruolo sociale di un’Europa che deve pensare a una sua rinnovata forma di legittimazione, alla capacità di esprimere una forte dimensione politica.
“Ce lo chiede l’Europa” è stata la giustificazione di tagli e scelte sbagliate che hanno accentuato una ondata di euroscetticismo e contribuito al diffondersi di populismi. Per recuperare serve più e non meno politica, ma anche utilizzare gli strumenti possibili già a nostra disposizione. L’iniziativa dei cittadini è per questo una straordinaria possibilità da usare. Lo slogan è: lo chiediamo noi all’Europa.
Se queste norme fossero già in vigore non solo in Italia, ma in Ungheria e in altri paesi europei, si sarebbe potuto intervenire contro norme restrittive. E’ un diritto che i cittadini europei possono rivendicare, firmando a sostegno dell’Iniziativa per il Pluralismo dei Media. Per questo abbiamo bisogno di raggiungere un milione di firme, un numero che permetterà alla campagna di aprire un nuovo processo legislativo a livello Europeo, ma che ci renderà anche più forti nel chiedere di cambiare la legislazione italiana. Aderire è semplice e può essere fatto anche ondine sui siti di tutte le associazioni, a partire da Art.21.
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